La famiglia Stanton si trasferisce dagli Usa in una piccola cittadina inglese, o almeno è quello che si evincerà poi nel corso della storia, ma ignora che in realtà sono profonde e salde le loro radici, che affondano nella storia della nuova casa.
Il figlio più piccolo, Will (Alexander Ludwig) che cerca di integrarsi nella nuova scuola e soprattutto di far colpo sulla ragazza che gli piace, è a tutti gli effetti l’improbabile eroe di un’epica battaglia che sta per avere luogo tra il Bene e il Male, tra la Luce e le Tenebre.
La pellicola è tratta dalla saga letteraria di Susan Cooper Il risveglio delle tenebre (The seeker, the dark is rising) e un elemento chiave insito nel titolo, viene perso nella traduzione italiana, ma la parola “cercatore” tornerà nel film stesso, perché è proprio Will ad esserlo.
Infatti scopre di essere l’ultimo esponente di una dinastia di guerrieri, i Vetusti, che lo incontrano e “istruiscono” in modo che possa assolvere al suo importantissimo compito: quello di trovare i sei segni che permetteranno alla Luce di vincere ancora una volta sulle Tenebre. Queste sono rappresentate da un’oscuro cavaliere (Christopher Eccleston) che però, nonostante il male di cui sarebbe latore, cavalca, contro ogni precedente cine storiografico, un cavallo bianco. Forse solo perché così è stato più facile tatuare l’animale sul collo, altrimenti si sarebbe creato qualche problema…
Ovviamente Will è dotato di fantastici poteri che deve scoprire pian piano che sono a rischio “estinzione” o meglio, più ne userà, prima si esauriranno. Fortunatamente l’idea originaria di fare più episodi non ha avuto la meglio e gli sfortunati che decideranno di vedere l’opera unica se la caveranno con un’ora e mezza.
Impossibile non pensare a vari riferimenti meglio riusciti e più blasonati: Star Wars per il lato oscuro della forza quando Will cede all’ira e sfrutta, sprecando, i suoi poteri; Uccelli e il più recente Resident Evil: Extinction per i corvi e la serie televisiva Heroes per i vari poteri, uno su tutti il personaggio Peter Petrelli.
Con questo non accusiamo di plagio il film della 20th Century Fox, ma sottolineiamo piuttosto, come le idee ultimamente scarseggino e siano tutte piuttosto simili, segno forse di una mancanza di fantasia che dovrebbe consigliare se affrontare o meno un lavoro, che già in partenza si sa non porterà buoni frutti né nulla di nuovo.