Regia: Kathryn Bigelow
Cast: Jeremy Renner, Anthony Mackie, Guy Pearce, Ralph Fiennes, Brian Geraghty, David Morse, Christian Camargo, Evangeline Lilly
Durata: 131 minuti
Anno: 2008
Dopo l’adrenalina da rapine e da vita al massimo di Point Break, l’adrenalina estrema dei sogni degli altri di Strange Days, ora la droga è l’adrenalina della guerra e più precisamente dello sminare bombe.
Kathryn Bigelow parte dal presupposto da cui era partito Michael Cimino per Il Cacciatore cioè dal fatto che ci sono cose che ti cambiano e delle quali finisci per non poter fare più a meno, e quella sensazione di rischio continuo della vita che si prova in guerra è una di queste, e ci aggiunge la visione di Coppola e di Kubrick delle gerarchie militari e delle follie degli ufficiali.
The Hurt Locker è dunque il primo film sulla guerra in Iraq che cerca di inserirsi nel filone del cinema di guerra antimilitaresco nato ai tempi del Vietnam. Raccontando nella più classica tradizione il tragitto verso il congedo di un gruppo di soldati, in questo caso sminatori e in particolare di uno di loro, quello incaricato materialmente di maneggiare gli esplosivi da vicino.
Ma se la storia raccontata è classica lo stile non lo è. Sono successe molte cose nel mondo del cinema e in quello reale, il linguaggio non è più quello degli anni ’70 e nemmeno il modo che ha la società di vivere simili eventi.
La guerra in Iraq non può essere raccontata con i mezzi del cinema classico perchè è una guerra che ci ha invaso di immagini. Siamo pieni di filmati digitali, amatoriali e di reportage dai luoghi del conflitto. E’ una guerra già vista attraverso gli occhi dei telegiornali e dei documentari. Per questo tutti la raccontano con la camera a mano, i colori naturali e un montaggio spezzato e frenetico. Perchè per un motivo o per l’altro è una guerra più reale delle altre.
La forza di Kathryn Bigelow però è di inserire in questa forma (già alla base per dire di The Kingdom e ancora di più di Redacted) il cinema hollywoodiano senza dunque rinunciare alla tradizione americana. Basti vedere la splendida scena del duello a distanza di chilometri nel deserto o il rigoroso studio sulla suspense che viene fatto ad ogni bomba sminata.
Purtroppo però alla fine The Hurt Locker risulta un film più di testa che di cuore, un incredibile saggio frutto di grande di maestria e di competenza cinematografica, una dimostrazione di vera competenza nel modo in cui si maneggia il montaggio e quindi il ritmo che non manca di impressionare davvero che però non parla d’altro che di cinema.