Jackie Chan, il corpo della rivoluzione

Jackie Chan, il corpo della rivoluzione

Di Gabriele Niola

Che dire su Jackie Chan che non sia stato già detto? Che raccontare che non sia stato già raccontato? Cosa lodare che non sia stato già lodato?

Secondo solo a Bruce Lee quanto ad importanza nel mondo delle arti marziali al cinema Jackie Chan ha rispetto al maestro dei maestri un indubbio primato: i suoi film sono migliori. Certo si tratta di un confronto impari, Bruce Lee ne ha fatti 4 (completi) e Jackie circa una novantina (tra i quali si contano due di quelli con Bruce Lee protagonista in qualità di controfigura). Eppure se si devono guardare i film per i quali i due artisti marziali verranno ricordati è il secondo a godere di una filmografia più godibile.

Questo accade perchè Bruce Lee ha vissuto in un’altra era del cinema e non era tanto padrone dei film a cui prendeva parte. Jackie Chan invece ha vissuto l’era del boom economico della Cina (che si è tradotto anche in un boom cinematografico) e soprattutto ha vissuto il boom delle arti marziali nato proprio dai film di Bruce Lee, cosa che gli ha consentito di sperimentare di più avendo la mano più libera di chiunque altro prima di lui.

Assieme a Sammo Hung Jackie Chan ha cambiato definitivamente il concetto di arte marziale al cinema secondo una direzione che inconsapevolmente già Bruce Lee aveva intrapreso, quella della preminenza del corpo sul film.
Le arti marziali acquisendo personalità (o meglio corporalità) si svincolano così da un genere preciso (il che non vuol dire che lo abbandonino) e diventano materia in grado di finire nel cinema d’azione come in quello comico, in quello drammatico come nel western (si ha fatto anche questo in uno dei momenti più tristi della sua deriva hollywoodiana).

Ma il punto è che mutando in questa maniera, dovendosi adattare a continui nuovi scenari le arti marziali rendono ancora più evidenti le loro caratteristiche fondamentali, ciò che le rende tali. Ovvero la centralità del movimento e la presenza del corpo.

Per capire questo basta proprio guardare un film di Jackie Chan, guardare le sue evoluzioni incredibili e notare come tutto il film ruoti su quei momenti anche se non portano avanti la trama, notare come il godimento stesso dell’azione sfrenata non è dovuto neanche alle coreografie (comunque elaborate) ma alla straordinaria fisicità di Jackie Chan. Ecco il concetto di corpo!

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