Dorne e Arianne Martell, le esclusioni di Game of Thrones

Dorne e Arianne Martell, le esclusioni di Game of Thrones

Di Andrea Suatoni

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Vi avvisiamo che l’articolo contiene spoiler se non avete ancora visto le ultime puntate della serie, ed anche alcune informazioni tratte dai libri che non sono state inserite nello show ma potrebbero in futuro divenirne parte.

Le trame di Dorne nelle prime cinque stagioni di Game of Thrones non sono state affatto al centro della scena. Nelle prime tre stagioni abbiamo sentito solamente dei vaghi riferimenti alle terre dell’estremo sud di Westeros, mentre è nella quarta che facciamo la conoscenza del primo personaggio dorniano con un ruolo preminente: Oberyn Martell, fratello del Principe Doran, deciso a vendicare l’assassinio di sua sorella Elia avvenuto per mano di Gregor Clegane/La Montagna. I propositi della Vipera Rossa delle Sabbie si infrangono con la spropositata forza di Clegane, che lo uccide brutalmente in un processo per duello (dove Oberyn si era proposto come campione di Tyrion Lannister).
E’ da qui che Dorne fa il suo tiepido ingresso nelle trame di Game of Thrones: Ellaria Sand, amante di Oberyn, e le tre figlie bastarde di lui (Obara, Nymeria e Tyene, dette Vipere delle Sabbie) pianificano una guerra di ritorsione contro i Lannister ed un colpo di stato che porta all’assassinio di Myrcella Baratheon sul finire della quinta stagione e a quello di Doran Martell proprio all’inizio della sesta.

Il minutaggio breve e angusto a cui i personaggi dorniani sono stati relegati sul piccolo schermo non rende assolutamente giustizia alle vaste storyline di cui il Principato di Dorne ed i suoi abitanti sono protagonisti nei libri de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin da cui Game of Thrones è tratto; non solo le Vipere delle Sabbie sembrano venire trattate come personaggi estremamente marginali e privi di una reale caratterizzazione, ma addirittura il personaggio principale di quelle vicende, Arianne Martell, è stato tagliato via dagli showrunner, determinando l’oscuramento di una vasta parte della storia che probabilmente non vedrà mai la luce nella serie della HBO.

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ARIANNE MARTELL

Nel quarto (degli attuali cinque pubblicati) libro della serie, Arianne Martell è uno dei cosidetti personaggi POV (point of view ovvero punto di vista), quelli che possono vantare un punto di vista interno alle vicende, da veri e propri protagonisti. E’ per diritto di successione (che a Dorne non tiene conto del sesso) l’erede al trono del Principato, contrariamente a quanto avviene nella serie dove è suo fratello minore Trystane ad essere (prima della sua morte per mano delle Vipere) insignito del titolo.

Arianne soffre la debolezza e l’incertezza che vede nelle politiche del padre Doran (così come espresso da Ellaria Sand nella serie durante l’omicidio del principe), soprattutto dopo la morte di suo zio Oberyn; oltre a questo, a causa del suo alto lignaggio la giovane si aspetta un matrimonio d’alto rango con un giovane suo pari, mentre suo padre pare considerare solamente richieste da anziani Lord come Walder Frey; infine, una strana lettera in cui Doran indicherebbe Quentyn (il terzo fratello Martell, anche lui assente nella serie) come legittimo erede, scavalcandola nella successione.
E’ per questi motivi che Arianne inizierà a procedere con un proprio piano, sostenuta dalle Vipere delle Sabbie (mentre la Ellaria Sand che nello show televisivo ne eredita in parte le motivazioni ed i caratteri manteneva una ferrea intenzione a preservare la pace): questo prevede il rapimento di Myrcella, intima amica di Arianne stessa, per farla incoronare regina al posto di Tommen secondo il diritto dorniano per il quale non è il sesso a determinare la successione, bensì l’anzianità di nascita.
Il piano fallirà (lasciando Myrcella sfregiata ma viva) a causa dell’intervento di Doran, e Arianne sarà imprigionata dal padre in una lussuosa torre, finchè questi non le rivelerà i suo reali intenti. Il principe di Dorne infatti meditava da anni di darla in moglie a Viserys Targaryen, il legittimo pretendente al trono, mentre le politiche passive mostrate non facevano che da specchietto per le allodole e le armate dorniane attendevano il ritorno dei Targaryen sul continente occidentale per allearsi a queste contro i Lannister e conquistare i sette regni.

Ciò che segue è stato pubblicato da Martin come anteprima del suo nuovo libro in uscita (probabilmente) per il 2017, in due capitoli di cui Arianne è protagonista (POV): il primo nel gennaio del 2013 ed il secondo, recentissimo, pubblicato sul sito personale dell’autore pochi giorni fa.
Arianne viene inviata a nord per incontrare Aegon VI Targaryen, probabile figlio di Elia Martell e Rhaegar Targaryen sopravvissuto alla furia della Montagna, che con Jon Connington (ex Primo Cavaliere) e la sua Compagnia Dorata ha invaso Westeros e conquistato Capo Tempesta. La sua missione è proprio quella di scoprire la verità sul giovane, che potrebbe in effetti essere solamente un impostore; durante il suo viaggio, i dubbi della ragazza sul destino di Dorne si faranno sempre più pressanti, mentre il suo avvicinarsi a Capo Tempesta testimonia l’imminente probabile alleanza con Aegon e quindi l’inizio della guerra anche per il suo paese.

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LE TRAME DI DORNE

E’ evidente anche solamente esplorando la storia di Arianne quanto lo spessore delle storyline dorniane abbiano un peso molto maggiore nei libri di quanto avvenga nella serie. A queste informazioni aggiungiamo anche che nei romanzi una delle Vipere è in procinto di prendere il posto di Oberyn nel Concilio Ristretto ad Approdo del Re, un’altra è stato inviata anch’essa ad Approdo del Re per avvicinare l’Alto Septon e carpire i suoi segreti, mentre una terza (Sarella, non presente nella serie) sembrerebbe (secondo le più che plausibili teorie dei fan) essere stata mandata a studiare i segreti dei Maestri, ed apparirebbe fingendosi un uomo nei capitoli riguardanti Sam Tarly (che infatti anche nella serie abbiamo lasciato verso Vecchia Città per dedicarsi allo studio): è chiaro che Dorne si prepara ad essere centrale nei due romanzi che completeranno l’opera di Martin, diversamente da quanto sembra stare accadendo in TV.

Il sacrificio delle trame di Dorne, per quanto i puristi dei libri siano pronti a gridare allo scandalo ed al fallimento (si parla di fallimento di trasposizione, fallimento nella descrizione del femminismo Martiniani, e chi più ne ha più ne metta), era fisiologico: era chiaro che gli showrunner avrebbero dovuto rinunciare a qualcosa nella trasposizione televisiva delle vicende di Westeros (che, ricordiamolo, vuole non ricalcare le trame dei romanzi ma solamente ispirarsi ad esse), e le storyline di Dorne, introdotte solo marginalmente e lasciate ai romanzi a venire, erano quelle che più si prestavano ad essere tagliate. E’ vero, a tratti ne risultano dei personaggi monchi e scarsamente caratterizzati, ma in realtà solamente riguardo a ciò che i fan avrebbero voluto vedere traendo a piene mani dai libri: la furia vendicativa di Ellaria Sand (tenendo conto solamente dello show) non è mal scritta, è credibile e ben delineata e giustificata, mentre le sue Vipere appaiono solamente in quanto personaggi secondari ed esecutori della sua volontà (in linea con la propria e quindi motivata e credibile anche nel loro caso), alla pari ad esempio di personaggi secondari come Missadei o Verme Grigio nelle storyline di Daenerys (almeno finora) o di Alliser, Olly o Edd in quelle di Jon Snow. Personaggi funzionali alla trama, delineati ed approfonditi quanto basta, a cui non abbiamo mai chiesto altro se non di essere coerenti con sè stessi perché mai entrati di diritto nella schiera dei protagonisti principali.
Arianne e le Vipere sono una perdita, così come lo sono Lady Stoneheart (nei libri si tratta di una Catelyn Stark resuscitata così come fatto con Jon Snow) o lo stesso Aegon IV (ma non è detto che un giorno non potremmo vederli anche in TV), ma Game of Thrones è già abbastanza ricco di personaggi per addentrarsi nelle vicende e nelle psicologie di tutti i protagonisti dei libri di Martin.
Ci è stato già spiegato che le trame televisive si allontaneranno sempre di più da quelle dei romanzi, cosa che è assolutamente da non considerare un male: il risultato sarà infatti che, alla fine dei giochi (…dei troni) potremo fruire di due bellissime storie, partite da una radice comune ma estremamente diversificate e particolareggiate.

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