Rise of The Tomb Raider: La Recensione per PC

Rise of The Tomb Raider: La Recensione per PC

Di Fabrizio Tropeano

Finita l’esclusiva temporale per Xbox One, l’inizio del 2016 ha visto l’arrivo di Rise of The Tomb Raider su PC e alla fine dell’anno Lara Croft dovrebbe tornare anche su Playstation 4. Ma la nostra attenzione ora è sulla versione per le macchine Windows. Prima di entrare nel dettaglio, vi proponiamo subito un confronto ravvicinato tra le due versioni del gioco disponibili. La manifesta superiorità di quella PC è piuttosto lampante anche se vi assicuriamo che l’esperienza diretta è ancora più “performante”.

Pur richiedendo risorse hardware da fascia medio-alta, indubbiamente su PC Rise of The Tomb Raider è un bellissimo vedere: dettaglio delle texture, antialiasing, filtro anisotropico e qualità generale sono nettamente superiori su macchine Windows e con specifiche alte, si potrà godere anche dei 60 frames al secondo contro i 30 della versione Xbox One. Ovviamente come ogni gioco PC, si potrà personalizzare ogni elemento grafico, creando il proprio equilibrio personale fra qualità visiva e fluidità.

E così grazie a degli effetti luce straordinari (tra i migliori visti fino ad oggi in un videogame) risplendono le ambientazioni quasi sempre innevate, ricche di paesaggi mozzafiato e di scenari piuttosto diversificati tra loro.

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Detto di quanto offre di più la versione PC, andiamo a scoprire storia, dinamiche ludiche e tutto quello che riguarda l’esperienza proposta di Rise of The Tomb Raider. Dopo il reboot della serie nel 2013, Square Enix ha deciso di puntare nuovamente sul team statunitense di Crystal Dynamics per il sequel. Ritroviamo così una Lara Croft poco più che ventenne inseguire la ricerca più importante (e che ne ha causato pure il suicidio) di suo padre: le prove dell’esistenza dell’anima e della sua eternità.

Di fronte ad una impresa del genere ci aspetterà un avversario cattivissimo: una organizzazione segreta chiamata la Trinità che farà di tutto per fermare i piani di Lara. Per fortuna la nostra alter ego potrà contare su alleati inaspettati nel susseguirsi di emozioni che si dipaneranno prima a Londra, per un livello nella martoriata Siria e poi prevalentemente nella freddissima Siberia.Tra flashback e momenti “introspettivi” di Lara non ci si può affatto lamentare della narrazione che ovviamente può contare anche su tantissimi momenti di pura spettacolarità.

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L’andamento del level design di Rise of The Tomb Raider è piuttosto simile al suo predecessore. E così l’inizio del gioco ha dinamiche decisamente survival, in cui la nostra Lara dovrà lottare con le unghie e con i denti per restare in vita: la vedremo ferita e sanguinante, costretta anche a procacciarsi il cibo cacciando (a parte quelle poche volte che sarà necessario per il proseguo dell’avventura, per gli animalisti all’ascolto se ne potrà fare fortunatamente a meno).

Superate però le prime ore di gioco il titolo entra su binari più “standard”, e si fa anche evidente la fonte di ispirazione, vale a dire Uncharted. In effetti, quasi fosse una versione femminile di Nathan Drake, Lara vedrà alternarsi fasi di sparatorie con altre più ginnico-esplorative ed in questo secondo caso dobbiamo sottolineare come le doti atletiche della nostra eroina siano superiori a quelle del protagonista di Uncharted, rendendo il titolo più divertente da giocare.

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Successivamente però l’upgrade del rampino (che avviene ad 1/3 dell’avventura circa) renderanno Lara libera anche di volteggiare sulle aspre alture dei monti siberiani come quasi fosse una novella Batgirl aumentando ulteriormente l’elemento spettacolare dell’avventura.

Non mancheranno poi fasi stealth ed enigmi vari, alcuni davvero difficili da poter essere portati a termine. L’unico punto debole della produzione risiede sostanzialmente nella scarsa reattività e competitività dei nemici nei momenti shooter che trasformeranno le sparatorie in carneficine tanto da consigliarvi di iniziarlo a giocare sin da subito a livello hard se siete giocatori anche solo mediamente esperti.

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Il sonoro è straordinario, con musiche d’atmosfera degne di un lungometraggio cinematografico ed un doppiaggio italiano ben recitato, decisamente al di sopra della media, in particolare per quanto riguarda la nostra Lara (bravissima Benedetta Ponticelli) e gli altri principali protagonisti.

Promozione a pieni voti per la longevità: con una scelta saggia, dopo la poco ispirata componente multiplayer del predecessore, Crystal Dynamics ha deciso di puntare esclusivamente sul singleplayer regalandoci un’avventura principale molto al di sopra della media in fatto di durata. Oltretutto la possibilità di crafting per armi, abilità e caccia potrebbe spingere molti giocatori a voler compiere le tantissime missioni secondarie che potremo portare a termine senza dimenticare la parte più “archeologica” in senso stretto con varie tombe da esplorare sempre come sidequest al filone narrativo principale. Non potevano ovviamente mancare vari elementi sbloccabili, altro aspetto che potenzialmente favorisce il possibile allungamento dell’esperienza di gioco.

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Senza rivoluzionare quanto fatto nel reboot di due anni fa, Rise of The Tomb Raider è senza ombra di dubbio un kolossal videoludico da consigliare senza esitazioni a tutti gli amanti dei videogames action, oltre che ovviamente a tutti i fan di Lara Croft in versione sia digitale che filmica. Un gameplay solidissimo, una realizzazione audiovisiva pregevole ed ancora più performante su PC, l’eccellente level design, l’alto tasso di spettacolarizzazione ed una trama ricca di spunti e ben strutturata sono le ragioni principali per attribuirgli un pienissimo nove.

VOTO: 9

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