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Ave, Cesare! – Il film dei Fratelli Coen presentato oggi alla Berlinale

Pubblicato il 11 febbraio 2016 di Andrea D'Addio

Quando fu inizialmente pensato, anno 2004, Ave, Cesare! doveva essere l’ultimo capitolo di una trilogia dedicata alla stupidità con protagonista sempre George Clooney e composta anche da Fratello, dove sei? (2000) e Prima ti sposo, poi ti rovino (2003). Nel tempo il progetto iniziale si è trasformato in altro. Non più la storia di un gruppo di attori negli anni ‘20 che prova a mettere in scena un’opera teatrale ambientata nell’antica Roma, bensì di un fixer (colui che risolve qualsiasi tipo di contrattempo durante la lavorazione di un film) nella Los Angeles degli anni ‘50 che, tra i vari problemi, si trova a dovere capire chi e perché abbia sequestrato la star più importante di Hollywood prima dell’ultimo ciak di un film, per l’appunto, denominato Ave, Cesare!. Non questa però l’unica preoccupazione di giornata (l’intera storia si svolge infatti nell’arco di poi più di 24 ore). Ci sono da risolvere infatti anche i casi dell’affermata attrice rimasta incinta fuori dal matrimonio, quello del giovane attore specializzato in western che gli studios impongono ad un regista di pellicole drammatiche che non lo può vedere e di una reporter di cronaca rosa che vorrebbe rivelare l’omosessualità di due stelle di Hollywood. È un mondo pieno di personaggi e situazioni paradossali. Bisogna sapere mantenere il sangue freddo e sapersi districarsi tra ostacoli di ogni tipo per non impazzire. Eddie Mannix ci riesce benissimo, ma un’importante offerta di lavoro rischia di fare vacillare il suo desiderio di continuare a vivere nel e di cinema.

Ave Cesare Tatum

Un po’ come Burn After Reading – A prova di spia, i fratelli Coen realizzano una commedia corale dalla linea narrativa principale abbastanza leggera (lì un ex agente della CIA che scrive le sue memorie, qui le 24 ore di un fixer) per mettere in scena personaggi e situazioni a sé stanti. Ciò che le lega è il mondo a cui appartengono, un universo diverso da quello della realtà, carico di un grottesco umorismo che o prende subito o rischia di lasciare distanti. Si sorride e si apprezza la maestria degli autori nel costruire gag e soluzioni visive affascinanti, ma non ce ne si appassiona. Accade così in Ave, Cesare!. Nonostante qualche momento eccezionale (come la discussione tra rabbino, preti cattolico, protestante e ortodosso sulla rappresentazione di Gesù al cinema), la storia risulta oltremodo sfilacciata. I dubbi del fixer, lasciare o non lasciare la professione, non si trasformano né in un omaggio del cinema che fu (assurdo o meno che sia) né in un appassionante dramma esistenziale. Il cast stellare – George ClooneyJosh BrolinRalph Fiennes, Scarlett Johansson, Channing Tatum, Frances McDormand,Tilda Swinton e Jonah Hill – a volte utilizzato anche solo per una battuta (Dolph Lundgren è stato invece completamente tagliato) se da una parte rende ogni scena interessante, conferma l’originalità dei Coen negli accostamenti attore/ice-personaggio, ma non basta. Da loro, peraltro capaci di racconti minimalisti come A Serious man e A proposito di Davis, ci si aspetta molto, ma molto di più. Alla Berlinale, dove Ave, Cesare! è stato presentato come film d’apertura, gli applausi sono stati molto contenuti. Difficile che entusiasmi altrove.

ave-cesare-cov-berlino

Il film farà il suo ingresso nelle sale italiane a marzo 2016. QUI trovate la pagina facebook italiana del film.

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