Il genere dei Jrpg non è più florido da tempo ormai e gli RPG a turni di stampo nipponico, se possibile, hanno uscite ancora più rarefatte. Ciononostante, quando uno meno se lo aspetta ecco uscire un titolo che cerca di resuscitare il genere…Con Tears to Tiara 2: Heir of the Overlord tutti coloro che si sono sentiti orfani dei vari Vandal Hearts e Final Fantasy Tactics possono tirare un sospiro di sollievo, sapendo che c’è ancora chi pensa a loro…
Per quanto riguarda la trama i programmatori si sono ispirati al mitico scontro tra Roma e Cartagine: la dinastia dei regnanti di Hispania ha un ultimo membro che risponde al nome di Hamilcar Barca che, grazie all’intercessione della dea Astarte, farà di tutto per annientare l’impero in modo da rimettere in libertà il suo popolo. Il suo intento lo porterà dapprima all’esplorazione della Spagna e poi dal Reno fino all’Africa settentrionale per poter trovare preziosi aiuti.
Tears to Tiara 2 miscela elementi da visual novel con altri da tattico a turni: la cosa che ci preme sottolineare è che in questo caso gli sviluppatori hanno spinto l’acceleratore in maniera piuttosto massiccia per quanto riguarda i dialoghi, visto che vi troverete a leggere tantissimo. Nelle prime ore di gioco in particolare vi troverete a scorrere interminabili sequenze di trama potendo interagire pochissimo… ma non arrendetevi, perchè con il procedere del gioco la situazione migliora sensibilmente anche se persiste sempre un po’ l’idea che molti dialoghi siano inutilmente prolissi.
Come tattico a turni Heir of the Overlord eccelle, non a caso quest’anima del titolo è stata curata da Sting Entertainment, da sempre veterano del settore. Le meccaniche in ogni caso non brillano per originalità, preferendo la strada sicura del già visto ma ampiamente testato; ciò non vuol dire che il titolo non abbia una sua personalità, grazie soprattutto all’introduzione di due caratteristiche peculiari: il rewind e le zone di influenza. Nel primo caso viene data al giocatore la possibilità di tornare indietro nel tempo, ad uno dei venti turni appena trascorsi (non esistono limitazioni particolari ed è una caratteristica da sfruttare l’ambitissimo rank S alla fine degli scontri).
Per quanto riguarda le zone di influenza, esse creano una sorta di sinergia tra maghi, arcieri e tank che possono costruire insieme un muro, grazie al fatto che la presenza di un nemico nella vicinanza funziona da malus per gli spostamenti.
Il comparto tecnico è il vero tallone d’Achille di questa produzione, con modelli poligonali e texture che sembrano appartenere ad una passata generazione di console (tra l’altro il risultato complessivo è addirittura inferiore a quello dei capitoli precedenti). Molto meglio fortunatamente il sonoro, con musiche varie (anche se in parte riprese dalla serie) e un doppiaggio di ottima fattura.
Tears to Tiara 2: Heir of the Overlord rappresenta quindi un’ottima occasione per tuffarsi nel mondo degli T-JRPG anche se, come già accennato, la partenza è piuttosto lenta, ricca di testi e scarsamente giocata. Col procedere dell’avventura il gioco prende ritmo e, pur non innovando in quasi nulla il genere, presenta un gameplay ricco e profondo; peccato solo per un comparto video decisamente sotto la media, che tradisce il budget ridotto affidato a questa produzione.
VOTO: 8.5