The Strain, la recensione dell’ottavo episodio: Creatures of the Night

The Strain, la recensione dell’ottavo episodio: Creatures of the Night

Di Lorenzo Pedrazzi

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Creatures of the Night, ottavo episodio di The Strain, rispetta le tre unità aristoteliche per focalizzare l’attenzione su un’unica vicenda: il risultato è molto godibile, ma spesso si prende gioco della logica più elementare…

Attenzione: il seguente articolo contiene SPOILER

Dopo la fuga di Thomas Eichorst (Richard Sammel), rimasto ferito a una gamba, il Dr. Ephraim Goodweather (Corey Stoll), la Dr.ssa Nora Martinez (Mia Maestro), Abraham Setrakian (David Bradley) e Jim Kent (Sean Astin) irrompono in un magazzino di forniture mediche, dove incontrano Vasily Fet (Kevin Durand), che sta facendo razzia di lampade UV. Anche Eph e gli altri le stavano cercando – i raggi UV sono letali per gli strigoi – e si mettono d’accordo con lui per dividersele; purtroppo, però, vengono accerchiati dai mostri proprio quando cercano di andarsene, e sono costretti a rifugiarsi in un minimarket dove, peraltro, si trova anche Dutch Velders (Ruta Gedmintas), l’hacker che ha fatto saltare le comunicazioni in tutta New York su incarico del Gruppo Stoneheart. Jim resta ferito, e viene contagiato dal parassita vermiforme. Mentre gli strigoi, guidati telepaticamente dal Maestro, cercano un modo per entrare nel locale, Eph riesce a estrarre il parassita da sotto la pelle di Jim, e insieme pensano a un sistema per fuggire. Un uomo cerca di raggiungere il suo furgone del pane, ma viene aggredito dai mostri prima ancora di salirci. È chiaro, però, che il furgone rappresenta l’unica possibilità di salvezza, così Abraham chiede a Vasily di elaborare un piano, sfruttando la sua esperienza di disinfestatore. L’idea è semplice (e non erano certo necessarie delle conoscenze specifiche per elaborarla): dovranno fabbricarsi delle molotov per allontanare gli strigoi con il fuoco, e quindi guadagnare abbastanza tempo per salire sul furgone. Purtroppo, però, prima che il piano entri in azione, Eph nota che sotto l’epidermide di Jim brulicano molti altri parassiti, e non c’è modo di estrarli a uno a uno. Conscio di non avere speranze, Jim preferisce morire piuttosto che trasformarsi in vampiro e dare la caccia alle persone che ama, ma Eph e Nora cercano di convincerlo a lasciarsi trasportare in ospedale. È Vasily a risolvere – seppur brutalmente – questa situazione di stallo: afferra la pistola e spara in testa a Jim, provocando la rabbia e il dolore dei suoi amici. A questo punto, il gruppo esce dal minimarket (tranne il suo gestore, il giovane Hassan, che preferisce nascondersi nel gabbiotto) e riesce a farsi strada fra i mostri, saltando sul furgone e scappando via il più in fretta possibile. La pompa della benzina, innescata da Vasily, esplode dietro di loro.

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Piacevole variazione in uno show che di solito segue un andamento corale, parcellizzando la trama in molteplici storie parallele, Creatures of the Night adotta invece le tre unità aristoteliche per raccontare un’unica vincenda che si svolge in un unico luogo, coprendo un arco temporale che corrisponde sostanzialmente alla durata dell’episodio stesso: ne risulta la puntata più divertente tra quelle viste finora, poiché non si perde mai troppo in chiacchiere o in sottotrame intimiste, ma concentra azione e tensione in un contesto di pura sopravvivenza. Questo accerchiamento “romeriano”, versione in miniatura del celebre assedio dei morti viventi al centro commerciale in Dawn of the Dead, mette a confronto i due personaggi più tosti e amabili della serie, Abraham e Vasily, che sbaragliano gli strigoi in alcune scene molto godibili sul piano spettacolare, dove entrambi si dimostrano coriacei e pieni di risorse. Era ora che Vasily entrasse nel pieno dell’azione, perché il suo atteggiamento sarcastico e la sua presenza scenica posseggono un’evidente forza incisiva, e funzionano particolarmente bene a contatto con gli altri protagonisti, spesso generando conflitti morali e caratteriali; inoltre, sembra l’unico in grado di agire in modo inaspettato: la sua decisione di giustiziare Jim a sangue freddo, con un gesto improvviso che non lascia spazio ad alcuna ambiguità, spiazza chiunque si aspettasse una morte più “eroica” e un’uscita di scena più graduale per il personaggio di Sean Astin, bramoso di redenzione dopo aver offerto i suoi servigi al Gruppo Stoneheart.

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Il punto, però, è che per godersi l’episodio bisogna fare un notevole sforzo di sospensione dell’incredulità. Non che The Strain sia un prodotto asservito alla logica più ferrea (ed è giusto che non lo sia, anche perché attinge all’immaginario dei b-movie e dei blockbuster degli anni Novanta), ma Creatures of the Night tende a prendersi troppe libertà, e varca spesso la soglia dell’accettabile. Anzitutto, appare disarmante la casualità dell’incontro tra Vasily, Dutch e il gruppo di Ephraim, che sfiora il ridicolo: sia il disinfestatore sia la giovane hacker si trovano per caso nello stesso luogo frequentato dagli altri personaggi, in modo che i loro cammini s’incrocino e possano collaborare per salvare il mondo (premesso che Dutch non ha ancora rivelato di essere la responsabile del blackout delle comunicazioni). Questo espediente sin troppo palese, alquanto rozzo in termini di sceneggiatura, si accompagna poi a un comportamento illogico e incomprensibile da parte di alcuni personaggi umani (l’uomo del pane e il gestore del minimarket, che non sembrano nemmeno accorgersi della situazione apocalittica in cui si trovano) e, al contempo, degli stessi strigoi, che procrastinano l’assalto anche quando riescono a far breccia nelle vetrate del locale. Scontata – e francamente vetusta – è poi l’idea che a salvarsi siano proprio i personaggi più attraenti, non solo a livello fisico, relegando il resto del cast a funzioni strumentali o caratterizzazioni inesistenti. Al netto delle esigenze commerciali, soluzioni del genere sono davvero logore (nonché ideologicamente arretrate), e minano la leggerezza dell’intrattenimento.

3

La citazione: «Senza offesa ma, ogni volta che parlo con lei, me ne vado sentendomi peggio.»

Ho apprezzato: la scelta di concentrare l’attenzione su un’unica vicenda e un unico luogo; le scene di lotta contro i mostri; Abraham e Vasily che entrano in azione.

Non ho apprezzato: la forzata casualità dell’incontro con Vasily e Dutch; il comportamento illogico deigli strigoi e di alcuni personaggi umani; l’arretratezza di alcune scelte narrative.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di The Strain sul nostro Episode39 a questo LINK.

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