The Walking Dead, la recensione del 14° episodio: The Grove

The Walking Dead, la recensione del 14° episodio: The Grove

Di Lorenzo Pedrazzi

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The Grove, terzultima puntata della quarta stagione di The Walking Dead, è un episodio sconvolgente, e di sicuro resterà nella storia di questo show. Scopriamo perché…

Attenzione: l’articolo contiene SPOILER.

Tyreese, Carol, Lizzie, Mica e Judith continuano il viaggio verso l’area sicura di Terminus, ma lungo la strada incontrano una villetta disabitata che sembra fatta apposta per loro: il pozzo dell’acqua è pieno, gli alberi abbondano di noci, e il bosco brulica di cervi da cacciare. Tyreese e Carol prendono in considerazione l’idea di stabilircisi definitivamente, ma nel frattempo Lizzie torna a dare segni di squilibrio. È convinta che gli erranti non costituiscano una minaccia, e meritino di essere compresi: per questa ragione, resta sconvolta quando Carol ne abbatte uno con cui lei stava giocando. Mica è invece più equilibrata, conosce bene i pericoli del mondo, anche se Carol teme che sia troppo buona e fragile perché li possa combattere…

1

Episodio migliore di quest’anno, nonché sicuramente tra i più riusciti della stagione, The Grove è un vero pugno allo stomaco, e dimostra che The Walking Dead – pur con i suoi tempi morti, la sua ridondanza e la sua gestione discutibile della trama orizzontale – è ancora in grado di spiazzare il pubblico, facendo appello a notevoli dosi di coraggio e cattiveria. Si tratta di una puntata estremamente violenta, ma non in modo esplicito: la violenza è sottocutanea, innata nelle menti deviate di Carol e Lizzie, irrimediabilmente sconvolte dalla barbarie che le circonda, e che le ha plasmate in persone nuove. Tyreese e Mica, per contrasto, hanno mantenuto la loro umanità, ma pagano con la sofferenza o con la morte. Il terribile omicidio che si consuma tra le due bambine – con Lizzie che uccide la sorellina per trasformarla in zombie, e dimostrare così la sua perversa teoria – è tanto più inquietante quanto più innocente e pulito è il visino di Lizzie, ormai talmente separata dalla realtà da non provare nemmeno un’ombra di rimorso. È il punto di non ritorno, per lei: il culmine di un percorso che l’ha vista peggiorare di episodio in episodio, allontanandola dalla vita in comunità e – per Carol – da ogni possibilità di recupero. La donna, seppure addolorata, non si fa scrupoli a giustiziare Lizzie, con il tacito consenso di Tyreese. Siamo di fronte a un grave dilemma morale, che i personaggi risolvono nel modo più drastico, orribile e profondamente sbagliato, anche nel contesto apocalittico di The Walking Dead: un mondo in cui nemmeno l’infanzia viene tutelata, e le stesse regole spietate si applicano indistintamente su chiunque.

4

Di fronte a tutto questo, non sorprende che Tyreese scelga di perdonare Carol, quando lei gli confessa di aver ucciso Karen. Dopo aver sperimentato un orrore indicibile, l’uomo vede le cose da una prospettiva diversa, e sente di condividere con lei un fardello che, da solo, non potrebbe mai sopportare. The Grove rappresenta quindi l’apice (forse irraggiungibile) del paradosso che attraversa questa serie dall’inizio alla fine: anche se i morti sono creature fameliche che camminano sulla terra, gli orrori più grandi arrivano sempre dalle azioni dei vivi, e sono ancora più terribili in quanto dettate dalla volontà (mentre gli erranti sono guidati solo dall’istinto).

3

Un episodio memorabile, dove l’inquietudine non nasce dal versante horror – pur presente – ma dall’imprevedibile scintilla di follia che si accende nella psiche dei personaggi.

La citazione: «Non ho paura di uccidere. Ho solo paura.»

Ho apprezzato: le spiazzanti, seppur crudeli, svolte narrative; l’interpretazione di tutti gli attori, bambine comprese.

Non ho apprezzato: nulla di rilevante.

Potete scoprire, commentare e votare tutti gli episodi di The Walking Dead sul nostro Episode39 a questo LINK.

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