Il 23 febbraio del 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale, un gruppo di Marines raggiunge la vetta del Monte Surabachi. Gli stati uniti hanno vinto la Battaglia di Iwo Jima e quei soldati (per la precisione cinque marine e un marinaio) sono lì per issare la bandiera a stelle e strisce.
Joe Rosenthal, un fotografo che si trova sul luogo, decide di immortalare quel momento, realizzando uno scatto che non solo entrerà nella storia come uno dei più grandi simboli del patriottismo americano, ma gli permetterà di vincere il prestigioso Premio Pulitzer.
Molti non sanno che l’immagine in questione è in realtà stata estrapolata dalla ripresa di un’azione militare, che trovate qui sotto:
Ma siamo sicuri che la verità sia sempre quella che ci viene proposta? A rispondere a questa domanda ci ha pensato nel 2006 Clint Eastwood con Flags of Our Fathers, pellicola di guerra che con Lettere da Iwo Jima compone un dittico particolarmente significativo, perché cerca di rappresentare un conflitto da due punti di vista differenti e ugualmente coinvolti (gli americani da un lato, i giapponesi dall’altro).
Può una semplice fotografia porre fine ad una guerra? È questo il tema portante del film di Eastwood, che mette in luce il fatto che gli stessi Stati Uniti abbiano in realtà colto la palla al balzo (nello specifico la fotografia di Joe Rosenthal) per creare degli eroi da dare “in pasto” al pubblico, perché era proprio quello che serviva in un momento particolarmente delicato.
Da una parte c’è chi cerca sempre di creare il mito a tutti i costi, dall’altra la semplicità e la purezza d’animo delle persone che, per uno scherzo beffardo del destino, si sono ritrovate con un’arma in mano, nel bel mezzo di una guerra.
QUI il link per acquistare il film su iTunes.