Salvare opere d’arte in un momento in cui tutta la civiltà è in pericolo era un tema accennato in 2012 di Roland Emmerich. George Clooney ne fa il centro del suo quinto film da regista: in un’Europa che vive gli ultimi mesi della seconda guerra mondiale un plotone di soldati arruolati per l’occasione tra esperti d’arte e direttori di musei si mette alla ricerca dei tanti tesori depredati come bottino di guerra dalla Germania. L’ispirazione è un libro del 2009, Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia scritto da Robert M. Edsel , a sua volta basato su fatti realmente accaduti.
Gli approcci con cui raccontare una storia del genere potevano essere molti: dallo storico (è una storia vera) all’avventuroso (un plotone che va in spedizione con un obiettivo preciso), dal drammatico (ogni guerra ha i suoi martiri e anche qui c’è chi si sacrifica) al comico (nessuno dei personaggi è davvero un militare). Clooney e il suo fido sceneggiatore Grant Heslov (assieme avevano già firmato In amore niente regole e Le idi di Marzo) optano per una via di mezzo tra l’avventura e la commedia (ci fosse stato il dramma avremmo avuto Bastardi Senza Gloria), non riuscendo però ad azzeccare nessuno dei due.
Nonostante il nutrito cast di attori specializzati nei registri leggeri come Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban, Matt Damon (che purtroppo ci mette poco a farci ricordare il soldato Ryan) e anche lo stesso Clooney, nessuna situazione veramente comica viene mai creata. Sembra di assistere spesso alla cornice di un MASH senza che dentro ci sia il quadro.
Allo stesso tempo il canovaccio da Indiana Jones procede verso la sua conclusione senza che mai si incontrino grossi ostacoli, come se non si corresse mai davvero il rischio di fallire. Nonostante la nobiltà della missione diventa così difficile empatizzare con i protagonisti, troppo buffi per diventare eroi, e troppo poco eroi per diventare paladini di una qualsiasi esultanza finale. Per quanto sia apprezzabile l’ambizione di Clooney di onorare chi si sacrificò per un ideale tanto alto come la salvaguardia dei capolavori dell’arte, il modo in cui lo fa ha il retrogusto della favoletta Disney in cui tutto, persino la morale, deve essere spiegato (non c’è la voce fuori campo, ma quasi). Monuments Man purtroppo invece di segnare l’ennesimo passo in avanti dell’attore ora cineasta risulta così il suo peggiore film.
A QUESTO LINK potete leggere anche la recensione di Valentina Torlaschi.
Presentato in anteprima al Festival di Berlino, e oggi a Milano (questa sera parteciperemo all’anteprima di Milano con il cast), The Monuments Men uscirà nei cinema il 13 febbraio 2014.