È Grand Piano a chiudere la 31° edizione del Torino Film Festival. Dietro la macchina da presa troviamo il regista Eugenio Mira, che non ha perso occasione per sottolineare quanto la sua pellicola abbia rappresentato una vera e propria sfida. Del resto non ha tutti i torti: stiamo parlando, infatti, di una storia ambientata per la maggior parte del tempo su di un palcoscenico.
“Suona la nota sbagliata e morirai”. È questa la premessa di un film che si potrebbe definire come la versione musicale di Speed. Protagonista Elijah Wood, che aveva partecipato anche alla scorsa edizione del festival con l’ottimo Maniac. L’attore interpreta Tom Selznick, un giovane pianista, la cui carriera non è mai decollata a causa di un’esibizione catastrofica. Sono passati cinque anni, e lui è pronto ad ottenere il suo riscatto, ma ad attenderlo troverà una sfida decisamente maggiore.
I nomi di Alfred Hitchcock e Brian De Palma vengono automaticamente chiamati in causa. Il fatto che Eugenio Mira abbia preso loro come punti di riferimento del resto è lampante, non è detto che si sia riuscito, ma interessa sul serio a qualcuno?
Grand Piano, infatti, non è un’opera teorica, ma un giocattolone divertito e particolarmente divertente, a patto che lo si affronti con il giusto spirito. Kitsch fino al midollo, caratterizzato da inquadrature e movimenti di macchina forzatamente barocchi, inverosimile a partire dalla sua premessa. Praticamente un’opera talmente eccessiva da non poter essere presa sul serio.
Una volta raggiunta questa consapevolezza non resta altro che sedersi e godersi lo spettacolo, allo stesso modo con cui si affronterebbe un giro sulla giostra di un luna park.
A quel punto il divertimento è assicurato e ci viene offerto da una pellicola che fonde regia, interpretazione e colonna sonora in un unicum all’insegna dell’eccesso, dove non importa la plausibilità ma il risultato ottenuto dall’insieme di queste caratteristiche.
Apprezzabile il lavoro di Elijah Wood, che per questo ruolo si è parecchio impegnato. Sono un po’ di anni, ormai, che l’attore continua a lanciarsi in operazioni cinematografiche originali (altro esempio il già citato Maniac, mentre il prossimo sarà Open Windows), risultando convincente ogni volta.
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