Quando è stato annunciato un film catastrofico sulla storia di Pompei, diretto da Paul W.S. Anderson, nessuno ha pensato che il film potesse raccontare fedelmente gli ultimi giorni di vita dell’antica città romana, specialmente dopo aver visto I tre moschettieri. In realtà la produzione ha posto molta attenzione sugli eventi storici di Pompei e del Vesuvio, perché lì considera gli elementi più interessanti del film. Il produttore Jeremy Bolt ha spiegato che a parte la fittizia storia d’amore al centro del film e alla presenza di personaggi fittizi, i nomi sono accurati perché risalgono a quel periodo, così come la data dell’eruzione del Vesuvio, il 79 d.C. Inoltre sia l’eruzione che lo tsunami sono stati ricreati il più fedelmente possibili, basandosi sugli acconti storici.
Il film comincia nel 58 d. C., con la distruzione di un villaggio da parte di Corvis (Kiefer Sutherland). Il resto della storia è ambientata 21 anni dopo, nell’arco di tre giorni. Bolt ha spiegato che la sfida più grande per un film catastrofico è scegliere il momento in cui deve iniziare il disastro, non troppo tardi e non troppo presto, per non stancare il pubblico. Per questo motivo è importante notare che l’eruzione del vulcano copre l’ultimo atto del film, il terzo, mentre a Pompei veniva celebrato un popolare festival romano, un dettaglio che secondo Bolt sono in pochi a conoscere.
Le riprese si sono svolte per 56 giorni, ed hanno coinvolto per alcune scene anche 300 extra. La maggior parte del film è ambientata nell’arena, che è stata costruita materialmente per il 25% mentre il restante 75% è in digitale. La produzione ha cercato di creare dei set che fossero il più possibile reali, per girare il meno possibile davanti allo schermo verde. Anderson ha spiegato che
“Ho voluto un mondo credibile storicamente. Credo che per far funzionare il disastro e il dramma, devi avere la sensazione che stai vivendo in quel mondo. Ho voluto ricostruire il più possibile Pompei”.
La maggior parte della fotografia principale è stata girata sui soundstage di Toronto, si è poi spostata per due settimane in esterno, per una scena ambientata in un villaggio Celtico, e per sei giorni nella vera Pompei, per poter girare ai piedi di una vera montagna, la cui base verrà ampliata in computer grafica. Inoltre sono stati ripresi alcuni dei corpi colpiti dalla lava.
Nel film dovrebbero esserci 3 grandi scene d’azione, tra cui una corsa con le bighe. Inoltre è stata estimata la presenza di circa 45/50 minuti di girato realizzato in CGI, per le scene del maremoto, del terremoto, della distruzione della montagna, con la cenere… Durante le riprese di sono serviti di alcune cineprese montate da un operatore su degli elicotteri telecomandati, in grado di volare fino a 200 piedi di altezza. Bolt ha spiegato che solo grazie agli enormi passi avanti nel campo della CG, è stato possibile realizzare questo film, ma 10 anni fa non sarebbe stato possibile in termini di budget.
Due film hanno avuto una grande influenza su Pompei, Il gladiatore e Titanic, in particolare quest’ultimo visto che sul set il film è stato ribattezzato il Titanic sulla terra ferma. Per Bolt la popolarità di Titanic gli ha fatto realizzare quanto un film catastrofico fatto bene può diventare popolare. Inoltre ha sottolineato come può attrarre una semplice ma irresistibile storia su un amore proibito e le differenze di classe. Il Gladiatore li ha invece ispirati nel creare una storia epica in costume, su uno schiavo che combatte per la sua libertà. Emily Browning ha spiegato che per lei e il personaggio di Harington, l’eruzione del Vesuvio è stata una benedizione sotto mentite spoglie, perché li ha liberati dalla schiavitù e dalle differenze sociali.
Sebbene al centro del film troviamo una storia d’amore, Anderson ha voluto esplorare anche le macchinazioni politiche di una città corrotta come Pompei, che ha soprannominato come la Las Vegas dell’antica Roma.
Fonte Collider