Qualcuno mi spieghi… Mulholland Drive

Qualcuno mi spieghi… Mulholland Drive

Di Valentina Torlaschi

Mulholland-Drive-spiegazione

Ci sono film, più di altri, la cui visione ha una sorta di effetto allucinogeno: pellicole che stordiscono lo spettatore, lo lasciano spaesato, lo mettono in viaggio per un limbo onirico al cui risveglio residui di immagini e di sensazioni rimangono attaccati addosso. Mulholland Drive, come gran parte del cinema di David Lynch, ha questo potere “stupefacente”. Poi accade che, ripresosi dal “trip della visione”, lo spettatore voglia capire, smontare, dare un senso a ciò a cui ha assistito. Proviamo allora a decodificare, in maniera sintetica e inevitabilmente parziale, quest’affascinate viaggio tra sogno, incubo e realtà che è Mulholland Drive.

Fabula / Intreccio

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Come han fatto notare studi critici, recensioni, post, libri e altri fiumi di parole scritti dopo l’uscita del film nel 2001 e nei mesi-anni a seguire, la storia di Mulholland Drive è, paradossalmente, semplice. Sì, al di là dell’effetto destabilizzante dato dalla visione con la valanga di domande che travolge spettatore e la sensazione di essere nel mezzo di un flusso di coscienza, ciò che accade è facilmente spiegabile; a complicare la comprensione è la discrepanza tra fabula e intreccio. Ossia tra l’ordine cronologico-fattuale degli eventi così come accadono e l’ordine in cui gli eventi così come ci vengono mostrati-raccontati.
Ci spieghiamo meglio. Nel nostro specifico caso, la fabula è questa: Diane (la mai-più-così-brava Naomi Watts) è una ragazza di provincia che arriva a Hollywood col sogno di diventare attrice, lì s’innamora di una collega più “brava” (la conturbante Laura Harring) che riesce a farle avere delle piccole parti, salvo poi abbandonarla e umiliarla (si veda il party in cui la donna si accompagna col regista-nuova fiamma e in cui bacia un’altra ragazza). La delusione è tale che Diane assolda un killer per uccidere la ex-amante. Poi, addormentatasi a casa sua, Diane si immagina nel sogno una variazione della sua stessa vita ma in chiave più positiva: lì lei è una brava attrice, ha successo ai provini, incontra una bella ragazza mora (sempre col volto della Harring) che ha avuto un incidente, si innamora di lei ricambiata e via dicendo. Una volta sveglia, divorata dai sensi di colpi, Diana si suicida.
Questa la fabula. In Mulholland Drive, tuttavia, l’ordine in cui si sono raccontati gli eventi (ossia l’intreccio) non corrisponde all’ordine in cui essi realmente accadono (la fabula): nella pellicola ci viene prima mostrato il sogno (con Diane felice, almeno fino a un certo punto), poi la (tragica) realtà. L’intreccio non coincide con la fabula. Ed è in questa discrepanza che si crea il disorientamento dello spettatore.

La prima parte del film altro non è se non un sogno, un sogno che il subconscio di Diane costruisce prendendo molte persone, oggetti, fatti, situazioni di quella vita reale che scopriremo nella seconda parte del film e li trasfigura in una dimensione onirica. Gli elementi sono molti, ve ne elenchiamo solo alcuni:
• i soldi (nella realtà usati nella realtà per pagare il killer, nel sogno compaiono misteriosamente nella borsa di Rita/Camilla/Laura Harring)
• la chiave blu (nella realtà è l’oggetto con cui il killer comunica che l’omicidio è avvenuto, nel sogno compare con una forma diversa)
• i nomi dei personaggi (Diane Selwyn è il vero della protagonista nella realtà, nel sogno è il nome della cameriera del Winkie’s Diner; Camilla Rhodes è nella realtà il vero nome del personaggio di Laura Harring, nel sogno è il nome dell’attrice raccomandata)
• la zia di Diane (nella realtà è morta lasciando in eredità una somma di denaro con cui Diana si è finanziata il trasferimento a Hollywood, nel sogno è le lascia la sua lussuosa villa quando lei è in viaggio)
• la frase «è lei la ragazza» (nella realtà la pronuncia Diana per indicare al sicario Camilla; nel sogno la pronuncia la si pronuncia per indicare l’attrice da raccomandare)

Sogno/Realtà

Mulholland Drive - Blue Box

Il passaggio dal mondo del sogno a quello della realtà è segnato quando viene aperta la scatola blu e la macchina da presa compie un movimento a buttarvisi dentro. Da notare che, nella scena prima, le due ragazze erano state al ‘Club del Silenzio’ e lì avevano assistono a uno spettacolo musicale dove, come ripetono ossessivamente gli attori spagnoli in scena, «Tutto è registrato. Non c’è una banda», «No hay banda!». Insomma dove tutto è registrato, finto, irreale. Proprio con questa scena Lynch ha voluto preannunciare il cambio di prospettiva, anticipandoci che tutto quello visto sinora dallo spettatore era irreale. Un sogno, appunto.

Quella del sogno-realtà è a oggi l’interpretazione più diffusa e ormai accettata di Mulholland Drive. Anche se qualche incongruenza (sicuramente voluta) c’è, e non tutti i tasselli s’incastrano alla perfezione: ad esempio come fa Diane a prevedere nel sogno l’immagine perfetta della propria futura morte nella realtà, in quella precisa posa, adagiata sul letto con gli stessi identici dettagli?

Ovvio che il film non si possa ridurre a una spiegazione solo razionale. Il fascino di Mulholland Drive è che, per tutta la sua durata, lo spettatore vive in un mondo sospeso tra realtà e sogno, un universo di rêverie dove tutto è inafferrabile salvo aggrapparsi a delle immagini-simbolo, vedi la scatola, il piccolo cubo blu. Come ha fatto notare la critica, in maniera analoga a Strade perdute (si veda Adriano Piccardi su Cineforum 413), nel cinema di Lynch ci sono oggetti come quel cubo blu che hanno la funzione del “fiore di Coleridge” descritto in questi versi: «Se un uomo in sogno attraversasse il Paradiso e gli dessero un fiore come prova d’esserci stato e al risveglio si trovasse con quel fiore in mano…» . Insomma un oggetto «che proviene dal margine sfuggente di un sogno di cui ha costituito il mcguffin e il codice d’uscita. Il relitto misterioso che resta abbandonato sulla spiaggia dopo il naufragio, a testimoniare che qualcosa è avvenuto, e forse sta lì pronto per il prossimo viaggio oltre il confine della realtà effettuale. Un oggetto dalla collocazione ambigua che ci viene consegnato, al termine del viaggio, perché non ci si dimentichi che, a volte, mondi paralleli si incontrano».

Un giocattolo che nel momento in cui viene aperto e smontato perde il suo fascino, la sua magia. La scatola blu è un come il film: affascina nel sogno ma quando la si analizza, la si apre, è un po’ come tradirne il senso, e ci si risveglia…

La bionda / La mora

naomi-watts-mulholland-drive

Infine, se le figure della donna bionda e della donna mora riprendono i codici del noir e sono un evidente richiamo a Hitchcock e La donna che visse due volte, esse rimandano anche alla luce e al buio (di cui è fatto il cinema). Al giorno e alla notte. Al momento in cui si è svegli e al momento in cui si sogna. Ma paradossalmente, nel film, le scene del sogno (la prima parte della pellicola) avvengono in gran parte di giorno, alla luce, mentre quelle della realtà (la seconda parte) si svolgono spesso di notte, nell’oscurità: questo crea un cortocircuito che fa scaturire l’idea che la protagonista stia come vivendo un incubo a occhi aperti, alla Eyes Wide Shut… Il bene e il male, la luce e li buio, sono due universi che si confondono di continuo. Anzi è il male a vincere come ci dice la storia di questa ragazza, del suo viaggio verso la morte accecata dal miraggio di Hollywood lungo la strada del successo sul Sunset Boulevard. E la mente va ovviamente a Billy Wilder, al suo Viale del tramonto, al suo sguardo critico sullo star system.

Extra
Se volete divertirvi, in occasione dell’uscita del dvd americano e inglese di Mulholland Drive, David Lynch aveva dato allo spettatore 10 indizi sul film per afferrare il senso del suo film:

1. Prestate particolare attenzione all’inizio del film: almeno due indizi sono rivelati prima dei titoli di testa.
2. Notate le apparizioni della lampada rossa.
3. Riuscite a sentire il titolo del film per il quale Adam Kesher sta facendo il casting delle attrici? Viene menzionato di nuovo?
4. Un incidente è un evento terribile… notate il luogo dell’incidente.
5. Chi dà una chiave, e perché?
6. Notate l’abito, il posacenere e la tazza per il caffè.
7. Cosa si sente, cosa accade e cosa si capisce al Club Silencio?
8. Soltanto il talento ha aiutato Camilla?
9. Notate le circostanze in cui appare l’uomo dietro Winkies.
10. Dov’è zia Ruth?

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