La Ragazza di Fuoco – La nostra intervista a Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson!

La Ragazza di Fuoco – La nostra intervista a Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson!

Di Leotruman

Hunger Games - La Ragazza di Fuoco IMAX

Quattro première in quattro giorni, ma è solo l’inizio di tour mondiale che li porterà anche negli USA e in Australia. Jennifer Lawrence Josh Hutcherson sono provati, ma carichi di entusiasmo nei confronti del film che stanno promuovendo, il bellissimo Hunger Games – La Ragazza di Fuoco (QUI la nostra recensione), e del proprio lavoro.

Li abbiamo incontrati nel loro hotel: Jennifer arriva in ciabattine, pronta ad infilarsi poi i tacchi e correre alla conferenza stampa in Auditorium (QUI il resoconto completo), Josh mangia un club sandwich, unico boccone che riuscirà a mandare giù durante una giornata dallo schedule fittissimo. Sono sorridenti, disponibili, soddisfatti di quello che stanno facendo e pronti ad assorbire il calore dei migliaia di fan che li attendono sul red carpet.

Alla roundtable ci hanno parlato di come vedono Katniss e Peeta, della responsabilità del loro ruolo e molto altro ancora. Ecco l’intervista completa!

Che cosa ha di tanto speciale il tuo personaggio, tanto da spingere i ragazzi a dormire in sacco a pelo fuori dall’Auditorium?

Jennifer Lawrence: Per molti aspetti è un mistero, ma in generale penso che il pubblico giovane sia più di tutti attratto da storie di questo tipo, da un personaggio di questo tipo. Siamo una generazione che è vissuta per più di 10 anni di guerra e ci sentiamo stressati dal governo, siamo frustrati, spaventati, e questo personaggio è veramente coraggioso ma allo stesso tempo è molto consapevole delle conseguenze della guerra.

Oltre al concetto di guerra nel film c’è anche quello dei mass media che comandano la società. Passa in secondo piano oppure è un messaggio che arriva ai teenager?

JL: Non penso che questo argomento rimanga sullo sfondo, penso che purtroppo i media e il governo si stiano fondendo sempre di più in un certo senso. Anche se questa cosa non va sempre necessariamente vista in modo negativo, basti pensare a Obama che con la sua campagna è riuscito a diventare il primo presidente ad essere anche una celebrità in senso positivo. I media possono essere molto manipolatori però, ci sono molti pericoli nel governo e nella politica se iniziano a lavorare troppo a contatto con i media.

Josh Hutcherson: A me questa situazione confonde. Perchè per esempio in America vorrei avvicinarmi di più alla politica e sentirmi più coinvolto ma il problema è che non so dove guardare, da dove iniziare, perchè hai un canale mediatico controllato dai Repubblicani, un altro dai Democratici, tutta la stampa è distorta in qualche direzione e non ti permette di avere una visione oggettiva di quello che sta veramente accadendo.

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Katniss ha molti incubi e terrori notturni. Come attrice come hai interpretato quelle scene? Hai avuto anche tu incubi nella tua vita?

JL: È divertente che tu mi faccia questa domanda perché ero letteralmente terrorizzata dalla scena degli incubi, avevo paura di sembrare un’idiota che se ne andava urlando di qua e di là. Katniss ha gli incubi perché soffre di Disturbo Post Traumatico da Stress e per fortuna io non ho mai avuto niente del genere. Ovviamente anch’io ho avuto degli incubi, ma incubi normali, non mi sogno mai il mio lavoro, non penso più al mio lavoro dal momento che smetto di farlo. Certo però questa è anche un’arma a doppio taglio perché ogni mattina è come se dovessi ricominciare da capo.

Katniss è un’eroina per caso. Le sue scelte dipendono dal fatto che vuole proteggere la sua famiglia, inizialmente non vuole diventare un simbolo. Ma lo sguardo finale in camera è molto eloquente…

JL: Sì, diventa il simbolo della rivoluzione, anche se è riluttante. Come hai detto, è una vera eroina perché capisce che il modo migliore di combattere è quello di non scatenare una guerra. Capisce, come ho già detto, le conseguenze della violenza. Non puoi scatenare una guerra pretendendo che non siano morte e distruzione. Nel secondo film lei comincia a capire la scala del problema, il numero di persone coinvolte, e la portata della rivolta che i distretti stanno per scatenare. Lei non vuole avere quella responsabilità, vuole solo che tutto questo finisca, e per l’inizio del terzo film inizia a capire che la crudeltà di Capitol City è semplicemente ingiusta e si sente come se non potesse fare niente.

La responsabilità di un personaggio molto amato, l’assedio dei fan. Come riuscite a gestire questa pressione?

JL: In un certo senso ho fatto lo stesso percorso di Katniss. All’inizio avevo solo paura ma poi quando ho iniziato ad aggiustarmi, adattarmi, e a vedere le cose più chiaramente, mi sono accorta di quello che potevo fare con questa opportunità. E’ spaventoso, sì, quando c’è una generazione più giovane che ti segue ma allo stesso tempo è una fantastica opportunità per inviare ogni forma di messaggio. Mi ricordo quando leggevo il terzo libro, Katniss va all’ospedale, e per me è stata un’ispirazione, perché aiuta così tante persone, e mi ricordo il valore di quello che faccio. Io amo il mio lavoro, certo, sono felicissima di poter recitare, ma non sempre sembra che io stia aiutando qualcuno o facendo del bene a qualcuno. Però quando incontro qualcuno che soffre e solfando stringendogli la mano o firmando un libro, o facendo una foto, posso rendere la loro giornata più felice, in un certo senso è la sensazione più bella che si possa provare al mondo.

JH: Durante la scorsa première qualcuno mi ha dato un biglietto, l’ho letto e diceva che questa ragazza era la più grande fan di Hunger Games e che aveva tentato di uccidersi due volte, e ogni volta che si risvegliava dopo aver tentato di uccidersi, si metteva a leggere il libro, o guardare il film, e ha scritto testualmente “Tu, Jennifer e Liam mi avete dato un motivo per continuare a vivere”. Per me leggere una cosa del genere è stato incredibile. A volte reciti e pensi che quello che fai sia intrattenimento, niente di più, ma a volte ricevi un pugno allo stomaco quando leggi cose del genere e pensi “Oh mio Dio!”. Non ci rendiamo conto che l’effetto che abbiamo sulle persone è profondo, incredibile, e siamo così fortunati perchè abbiamo la possibilità di fare una cosa che amiamo e aiutare le persone in modi interessanti e sempre diversi.

Hunger Games La ragazza di fuoco

Questa saga è anche una storia d’amore. Ma è un caso particolare perché i ragazzi non sono conquistatori, ma sono in attesa di capire chi Katniss sceglierà, questo nonostante siano ragazzi molto attivi. Come sei sceso a patti con questo aspetto del tuo personaggio?

JH: Penso che la relazione che c’è tra di loro sia molto onesta, voglio dire, spesso la gente interpreta il rapporto tra Gale e Peeta come una sfida ma in realtà, nel mondo in cui vivono, non hanno il tempo per provare gelosia o mettersi in competizione, sono talmente impegnati a sopravvivere e ad aiutarsi a vicenda in questa lotta per la sopravvivenza. Non mi sono mai sentito fuori luogo ad essere quello che sta dietro a lei, aspettando la sua risposta. Penso sia molto realistico. Nella maggior parte delle mie storie è stato così, io che volevo buttarmi e l’altra che non ne voleva sapere! Quindi diciamo che ci sono abituato, è molto realistico e alla fine è tutto coerente col personaggio di Katniss, è lei quella forte.

Quanto resistereste in una vera Arena? 

JL: 10 minuti forse?

JH: Io penso che scapperei e tenterei di nascondermi. Non penso che riuscirei ad uccidere nessuno.

JL: Oh, nemmeno io. Non ci penso proprio.

Sei fiera che il tuo personaggio si comporti in questo modo, piuttosto che essere un mero oggetto sessuale come si vede in tante altre pellicole o nel mondo odierno?

JL: Sono molto fiera di interpretare un personaggio come Katniss, è importante che la ragazzine prendano questo personaggio come modello da seguire. E’ stato importante per me quando ho letto i libri. Però non voglio che sembri che io guardi dall’alto in basso altre persone che magari mettono in mostra la loro sessualità. Da molti anni ormai tendiamo sempre a giudicare le donne che si vestono in un certo modo, ognuno dovrebbe essere libero di esprimersi ed esprimere la propria sessualità. Non lo apprezzo, anzi mi spaventa, quando questa sessualità ha come target i giovani, penso che la gente dovrebbe essere più consapevole dell’età delle persone che la seguano. Essere un modello per i giovani o no non è una cosa che puoi decidere, una volta che hai l’attenzione dei giovani hai una responsabilità importante e non hai più scelta. Però come dicevo, più in generale, non dovremmo mai giudicare nessuno per il loro modo di esprimersi.

A QUESTO LINK nostra intervista al regista Francis Lawrence!

Hunger Games – La Ragazza di Fuoco uscirà in Italia il 27 novembre 2013. QUI trovate la fan page italiana su Facebook. Per maggiori informazioni potete inoltre consultare le nostre News dal Blog.

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