Cinema Festival

#Venezia70, The Armstrong Lie – Dalla Mostra, la recensione del documentario su Lance Armstrong e il suo inganno

Pubblicato il 03 settembre 2013 di emanuele.r

Uno dei più celebrati documentaristi contemporanei, premiato con l’Oscar per Taxi to the Dark Side, arriva fuori concorso al Lido con un film che svela il lato oscuro di uno dei più grandi campioni del ciclismo: Alex Gibney con The Armstrong Lie racconta non solo la vicenda sportiva e giudziaria, ma punta l’ochio sui retroscena.
Intenzionato a fare un film sul rientro di Armstrong dopo 4 anni di riposo e 7 Tour de France vinti consecutivamente, Gibney si trova coinvolto nello scandalo doping che ha travolto il ciclista americano: partendo così da un faccia a faccia, Armstrong racconta la verità che aveva sempre negato e che lo ha portato a perdere ogni cosa.

Scritto da Peter Elkind, da sempre sodale di Gibney, The Armstrong Lie fa parte del filone “narrativo” del cinema del regista, quello in cui pi che indagare racconta storie uniche, ricollegandosi direttamente in questo caso a Catching Hell, altro suo documentario sportivo sulla caduta di un mito dello sport.
Raccontato dalla voce dello stesso regista, il film è innanzitutto il reportage della carriera professionistica di Armstrong, dei suoi successi e della lotta vinta contro un cancro ai testicoli; proprio la vittoria medica di Armstrong cambia la sua personalità portandolo alla ricerca della vittoria a tutti i costi. Da qui il film comincia a riflettere sul potere, la verità e ill modo in cui la si manipola, sul ruolo che i media e la politica sportiva hanno avuto nel costruire la favola dell’eroe, la cui rottura fa diventare The Armstrong Lie anche un confronto tra due film che coesistono, ma di cui uno è rimasto in nuce. l’altro è diventato dura realtà.

Gibney realizza un bel film che guarda dritto negli occhi un uomo che ha sempre mentito negli occhi altrui e in cui riesce a raccontare il sistema ciclismo con competenza e senza tecnicismi, svelando i rapporti tra colleghi e superiori come quelli di una peculiare mafia. Anche lontano dalle agghiaccianti storie belliche o economiche, Gibney conosce il segreto narrativo per affrontare i miti e le mitolgie e smontarle, senza per questo cedere al cinismo. Tanto di cappello.

Anche quest’anno ScreenWEEK è al Lido per seguire la 70. Mostra del Cinema di Venezia. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti dal Festival.