Alfonso Cuaron, Edgar Wright e Marc Webb discutono del 3D e futuro nel panel ‘The Visionaries’ al Comic-Con

Alfonso Cuaron, Edgar Wright e Marc Webb discutono del 3D e futuro nel panel ‘The Visionaries’ al Comic-Con

Di Marlen Vazzoler

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Tre intransigenti registi, Marc Webb, Alfonso Cuaron ed Edgar Wright, si sono riuniti ieri pomeriggio, nella Hall H del Comic-Con di San Diego per una masterclass sull’arte del cinema, in cui si è molto parlato di piani sequenza, del 3D, dei loro mentori e dei loro ultimi e prossimi progetti.

La discussione è cominciata parlando dei loro ultimi film, The Amazing Spider-Man 2, Gravity e La fine del mondo, in particolare cosa è stato per loro realizzarli. Wright ha spiegato come La fine del mondo chiude tematicamente la sua trilogia del cornetto. Un esperienza dolce amara che è servita per ristabilire i rapporti con i vecchi amici. È stato come prendere qualcosa dalla nostra vita e aggiungerlo alla più alta devastazione.

Per Webb invece, si è trattato di una cosa semplice, ovvero prendere delle relazioni personali e metterle in una storia enorme ed estrema. Fare qualcosa di piccolo e intimo e metterlo nel bel mezzo di una devastazione gigantesca. Le cose che apprezza maggiormente sono le relazioni, che sono alla base di questi film. Se non ne hai, puoi rischiare di perdere qualcosa.
Cuaron invece ha parlato dell’idea in Gravity, di un singolo essere umano che galleggia nello spazio completamente da solo, e del trasformare quella situazione in un film d’azione ricco di suspense, con pochi elementi. Ha aggiunto che con questo film voleva mettere il pubblico nello spazio assieme ai suoi personaggi.

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Parlando di Gravity, Cuaron spiega che l’intero film è stato un grande sbaglio di calcoli. Credeva di poterlo girare in un anno, e per gli ultimi quattro anni il suo direttore della fotografia gli ha ricordato questo errore. Quando Cuaron ha deciso di voler raccontare una storia realistica, si è reso conto che la tecnologia necessaria per filmare la pellicola, come la rimozione della gravità e il far girare gli attori su assi multiple, non esisteva. C’è una tecnica chiamata ‘vomit comet’ (il volo parabolico, ndr.) – un aereo s’innalza in alto in aria e poi precipita, in questo modo la persona che si trova a bordo è in caduta libera e galleggia. Cuaron ha ammesso che è una tecnica divertente ma ha dei limiti, è confinata allo spazio interno dell’aereo e dura solo venti secondi, quindi era impossibile usarla, perché la pellicola richiede lunghi piani sequenza. Per questo motivo è stato necessario investire in altre cose.

Ogni segmento ha richiesto una tecnologia diversa, al cui centro c’era la robotica. Hanno usato dei robot per costruire auto e fargli controllare le luci e le cineprese. Per buona parte del film la Bullock si è trovata all’interno di un cubo 9×9, in cui le pareti erano delle luci a LED. Lei era al centro, indossava un apparecchio e la stanza l’anno mossa attorno a lei. Il regista ha aggiunto che è stato più facile lavorare quando i due attori, la Bullock e Clooney, erano separati, perché quando era insieme erano entrati in competizione, cercando di impersonare il suo accento.

“Non erano in grado! Mi hanno interpretato come un cubano, non un messicano”.

Nel caso di Marc Webb, i problemi sono sorti quando l’Uomo Ragno doveva librarsi sulle sue tele di ragno. Nel primo film hanno costruito un rig gigantesco di 300 piedi, per far volare l’Uomo-Ragno e la controfigura sotto un sovrappasso di New York. Il poco che hanno girato l’anno usato come punto di riferimento per il computer. Questo perché hanno dovuto tener conto delle leggi della fisica e al fatto che il corpo umano può arrivare fino a un certo punto, e di conseguenza non si può chiedere l’impossibile a un attore.
Ha aggiunto che i nemici riusciranno a tirar fuori dei nuovi tratti e delle nuove abilità dal personaggio. Electro ad esempio, ha cercato di svilupparlo in un modo divertente e creativo, e non ha solamente una forza simile a un dio. Questo cattivo è stata una grossa sfida perché Webb trova molto bello che una creatura riesce a fondersi con l’elettricità, inoltre è sempre stato molto affascinato e terrorizzato da qualcosa che potesse scomparire. Nel film Peter Parker è ben piantato con i piedi per terra, e Webb ha trovato molto interessante l’idea di poter combinare la sua vita normale con il fatto che deve combattere degli dei. Per poter sconfiggere Electro ad esempio, Peter deve empatizzare con lui, come nel documentario The Fog of War, che parla del riuscire a provare empatia per il nemico.

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Wright ha spiegato che La fine del mondo è ambientato in un posto molto naturale e che ha cercato di girare le scene d’azione senza tagliarle, in questo modo era credibile che gli attori stavano facendo quello che stavano facendo. Per questo motivo tutti e sei i protagonisti si sono allenati con una squadra di controfigure. I combattimenti sono stati progettati per essere fatti tutti in una sequenza, senza controfigure, per questo motivo sembrano più realistici. Con una punta di orgoglio, ha spiegato che gli attori si sono dimostrati pronti ad accettare la sfida.
Ha fatto combattere Simon Pegg e Nick Frost contro degli adolescenti, un’idea che avrebbe voluto usare anche in Hot Fuzz, ma non c’è riuscito. In una scena i due protagonisti avrebbero dovuto combattere contro degli adolescenti, ma non ha funzionato perché avrebbero dovuto usare degli adulti, come controfigure per i ragazzini. In La fine del mondo sono riusciti ad usare delle controfigure giovani per gli adolescenti. Uno di loro era lo stuntman di Chloe Moretz in Kick-Ass, quando aveva 12 anni.

La discussione si è poi spostata sui piani sequenza. Marc Webb spiega che è molto difficile mettere tutto in posizione e far muovere sia gli attori e tutte le cose nel set secondo la coreografia. Wright aggiunge che il piano sequenza è un ottimo tecnica da usare per stupire il pubblico, ormai avvezza ai trucchi cinematografici realizzati con il montaggio veloce, mentre Cuaron aggiunge che il piano sequenza è una delle chiavi per fornire alla gente la sensazione dello scorrere del tempo.

Ma non sempre i piani sequenza funzionano, Wright ricorda che in quello usato in L’alba dei morti dementi, quando Shaun all’inizio va al negozio e non si accorge degli zombie dietro di lui. Non avevamo bloccato la strada, e un ubriaco è passato attraverso imprecando. Cuaron aggiunge che se secondo le probabilità sei destinato a fallire, ma devi solo andare avanti e fare quello che ti sei prefissato. Il regista ricorda che aveva solo 12 giorni per girare il loro lungo piano sequenza con la macchina in I figli degli uomini, e che al decimo giorno, lo stavano ancora preparando, e gli esecutive dello studio avevano cominciato a presentarsi sul set. Cuaron spiega che a causa della quantità di tempo necessaria per preparare i set, sei fortunato se riesci a girare solo due volte al giorno. Alla fine, spiega che erano arrivati alla loro ultima possibilità per girare, ma delle gocce di sangue finto sono finite sulla lente.

Gravity - Sandra Bullock - Foto dal Film

“E io come un idiota, ho urlato taglia”, ha dichiarato Cuaron, “Ma nessuno mi ha sentito, perché c’è stata un’esplosione”.

Webb spiega che gli piace quando viene sorpreso dalle interpretazioni degli attori sul set, è una cosa che lo fa stare sulle punte dei piedi, e per questo motivo vuole dare spazio agli attori per improvvisare. Per creare ogni giorno degli ‘incidenti felici’.
Wright parlando della propria esperienza con gli ‘incidenti felici’, ricorda che le riprese di notte a 20 gradi effettivamente sono state un valore aggiunto per il film, anche se quando le hanno girate si sono chiesti se era possibile essere divertenti in quel ambiente, con i personaggi che diventavano sempre più ubriachi e disperati. Durante uno dei combattimenti Pegg si è rotto la mano e l’ha nascosto, realizzando altri cinque ciak e soffrendo in silenzio, perché essendo uno dei produttori sapeva che questo infortunio avrebbe influito sulla lavorazione del film.

Parlando delle pellicole da cui hanno tratto ispirazione per i loro ultimi film, Cuaron ha nominato Duel di Spielberg, in particolare l’isolamento presente in quella storia e il protagonista che viene inseguito da questa forza. Webb scherza dicendo di essersi visto Quando gli elefanti volavano, Wright invece meziona Il villaggio dei dannati, degli episodi di Doctor Who, i film horror della Hammer e dei B-movies.

Parlando dei loro mentori, Webb ricorda Doug Pray, che aveva incontrato al Sundance, gli ha insegnato a montare un documentario e a usare quelle capacità in altre cose. Cuaron spiega che lavorando come macchinista in 15 film e lavorando per lungo tempo come AD, i registi con cui ha lavorato sono stati una sorta di mentori, inoltre ha ammesso che all’inizio della sua carriera ha imparato molto da Sydney Pollack.
Wright ricorda la sua insegnate di teatro a scuola, che l’ha molto incoraggiato e l’ha supportato nella realizzazione di filmini amatoriali alle superiori. Inoltre il fatto che Raimi ha fatto La casa quando aveva solo 18 anni, gli ha permesso di cambiare la sua percezione che non serve essere degli adulti a Hollywood, per fare grandi film.

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Q&A

In merito ai recenti commenti di Spielberg sullo stato dell’industria cinematografica, Cuaron nota che quello che è davvero cambiato è il metodo di distribuzione dei film, i multisala hano ormai il mopolio dei film a grosso budget, ma ci sono anche altri sistemi di distribuzione, e questa è una cosa eccitante.

Webb aggiunge che è ormai quasi impossibile fare un film drammatico con un budget di 15 milioni, e che degli scrittori molto bravi sono migrati in televisione. ma aggiunge che i giovani filmaker hanno un accesso molto facile alla tecnologia.
Secondo Cuaron questa non è una sfida tra i drmma, il fantasy o i film d’azione. Viviamo in un era in cui sono richieste le franchise e i sequel. Wright aggiunge che c’è spazio per tutto e ammette che c’è un appetito per i film originali. Secondo lui i multisala devono diversificare e dare la possibilità ai film indipendenti di ottenere successo.

“Se non cominciamo a fare più film originali, non ci sarà niente da cui trarre remake fra 30 anni”.

Per quanto riguarda il 3D, Cuaron è dell’idea che non è sempre necessario e che molto spesso è un pensiero postumo pensato per fare più soldi. Nel caso di Gravity, a cui ha lavrato per quattro anni e mezzo per farlo, all’inizio del film il 3D era ancora una novità, e il regista spiega di aveva progettato meticolosamente il film per essere realizzato in 3D. Si tratta di uno strumento fantastico, ma non deve essere applicato a qualsiasi cosa, serve un motivo.

“Odio il 3D perché i bianchi e i neri fanno pena, toglie via il colore e la risoluzione. Nel caso di Gravity, devo dire che lo preferisco in 3D nonostante tutte le mie preoccupazioni”.

Webb spiega che le scene in The Amazing Spider-Man 2 sono state concepite in 3D, ma verranno convertite in post. Secondo Wright, il pubblico ha una reazione così tiepida verso questo formato, perché ne ha viste di molte fatte male, in cui il 3D è stato realizzato in post. Secondo lui Vita di Pi, Hugo e Avatar sono dei buoni esempi dell’uso del 3D.

Per quanto riguarda il futuro, Wright dice che l’attende Ant-Man, e spiega di aver aspettato così tanto perché voleva realizzarlo con gli effetti speciali del 2015. E aggiunge che vorrebbe ancora lavora con Pegg e Frost, ma non subito, visto che hanno da poco finito questo film.
Webb deve finire The Amaing Spider-Man 2, ma in cantiere ha altri progetti, un musical e una commedia.
Cuaron invece vorrebbe fare un film horror.

Fonti Collider, Cinema Blend

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