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Gli amanti passeggeri, la recensione in anteprima

Pubblicato il 14 marzo 2013 di emanuele.r

A sentirselo ripetere per anni, spesso a torto, che le sue vecchie commedie erano più vitali, probabilmente ci ha creduto anche lui: così Pedro Almodòvar, dopo il bellissimo e incompreso La pelle che abito, torna alla commedia trasgressiva che lo fece conoscere nel mondo con Gli amanti passeggeri cercando di dirigerla col suo nuovo controllo formale.

Tutto o quasi si svolge in un aereo avariato, che non avendo un carrello, deve girare in tondo in attesa di un atterraggio di fortuna: sul velivolo vari personaggi e le loro storie, capeggiati da una crew particolarmente inusuale. Scritto come sempre dallo stesso Almodòvar, Gli amanti passeggeri sembra la versione farsesca di un film della serie Airport che al colore e alle estrosità sessuali tipiche dell’Almodòvar fino agli anni ’90 aggiunge il tocco stilistico e la vena melodrammatica del 21° secolo.

Aperto dalla dicitura “I fatti raccontati in questo film sono d’invenzione e non c’è alcun legame con fatti reali”, il film sembrerebbe fin da questo incipit – e dagli iniziali cameo di Antonio Banderas e Penelope Cruz – una satira o una metafora della Spagna attuale, aereo sciancato retto da pazzi, ma minato da scandali, assassini, truffatori che solo il sesso, seppure al sapor di mescalina, può liberare. Esattamente come la Spagna si liberò da Franco 30 anni fa. Al di là di questa lettura che se non forzata è senz’altro un po’ velleitaria, il film è un divertissement con cui Almodòvar rispolvera le gioie del sesso e della libertà contrapposte alle prigioni del cuore e del sentimento, in cui il colore ostentato, l’esternazione dell’identità gay e promiscua (“I musical hanno ucciso il vero cabaret”), l’umorismo sguaiato la fanno da padroni.

Certo gli inciampi, le sbavature, le grevità non mancano, anzi fanno parte del gioco e forse al regista si può imputare che la sua mano per la farsa si sia un po’ arrugginita. Ma agli Amanti passeggeri non mancano i momenti di gran gusto comico e le svolte narrative e i cambi di registro inattesi, che il cast rende efficaci grazie soprattutto alle trascinanti prove del solito Javier Càmara e della sensuale, nonostante l’età, Cecilia Roth. Gli amanti passeggeri è un film che come l’aereo in cui si svolge, sbanda e mostra quasi orgoglioso le sue avarie, ma che riesce anche ad atterrare e a far sorridere.

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