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Roma 2012: Le 5 leggende, la recensione del cartoon Dreamworks

Pubblicato il 14 novembre 2012 di emanuele.r

C’era una volta Michael Ende e la sua Storia infinita.Dopo di allora il fantasy non è stato più lo stesso, perché ha preso coscienza del proprio statuto e ha cominciato a lavorare sul (proprio) immaginario. Da qui sembra partire Le 5 leggende, nuovo film animato Dreamworks in 3D diretto da Peter Ramsey che proprio sugli elementi di quell’immaginario si fonda.

Quando uno spirito maligno chiamato Pitch (L’Uomo Nero) lancia la sfida per la conquista del mondo, Babbo Natale, il Coniglietto di Pasqua, la Fata del Dentino, Sandman e Jack Frost uniscono le proprie forze per proteggere le speranze, le credenze e l’immaginazione dei bambini di tutto il mondo. Scritto dal premio Pulitzer David Lindsay-Abaire sul racconto di William Joyce e prodotto da Guillermo Del ToroLe 5 leggende è un’archetipica avventura fantasy che racconta in modo maturo una materia prettamente infantile.

Cuore del film è appunto il “cuore” di Jack Frost, ossia l’essenza del proprio essere che ognuno deve trovare dentro se stesso, capendo qual è il proprio ruolo rispetto agli altri: in questa morale,Ramsey inserisce tutti gli elementi costitutivi del fantasy come il giovane prescelto e la sua formazione, l’importanza dell’infanzia e della meraviglia che ne deriva, la paura e il male come qualcosa di intimo, da affrontare a viso aperto. Tutto condito da una resa visiva, tecnica e spettacolare spesso impressionante, maestosa nella costruzione degli ambienti, ambiziosa nella sua messinscena abbacinante, preziosa nell’uso davvero avvolgente della stereoscopia.

A mancare forse al film è un po’ di coraggio per andare davvero a fondo dei temi messi in campo, di scavare dentro i significati dei personaggi e del loro ruolo nell’immaginario, riflettendo meglio sugli incubi e cosa significano per l’animo umano: il finale fiacco e tirato via per esempio limita l’apprezzamento, così come l’alleggerimento comico funziona poco. Ma Le 5 leggende regge comunque l’impatto della produzione di voler puntare su un’avventura che possa respirare, più vicina a Dragon Trainer che agli emuli di Shrek, e chi si può beare di un grande cast (come sempre) di voci originali tra cui spicca Jude Law, britannico uomo nero che inquieta e affascina al tempo stesso. Come un vero villain deve fare.

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