Regia: Asghar Farhadi
Cast: Leila Hatami, Peyman Moaadi, Sareh Bayat, Shahab Hosseini, Sarina Farhadi
Durata: 2h 03m
Anno: 2011
Nader e Simin hanno ottenuto il visto per lasciare l’Iran ma Nader si rifiuta di partire e abbandonare il padre affetto da Alzheimer. Simin intende chiedere il divorzio per partire lo stesso con la figlia Termeh e, nel frattempo, torna a vivere da sua madre. L’uomo deve così assumere una giovane donna che possa prendersi cura del padre mentre lui lavora, ma non sa che questa, molto religiosa, non solo è incinta ma sta anche lavorando senza il permesso del marito. Ben presto si troverà coinvolto in una rete di bugie, manipolazioni e confronti, mentre la sua separazione va avanti e sua figlia deve scegliere da che parte stare.
Quando una pellicola vince tutti i premi più importanti in uno dei Festival più importanti al mondo, quello di Berlino, le aspettative non possono essere meno che alle stelle.
Eppure Una Separazione riesce addirittura a superarle. Il regista iraniano Asghar Farhadi è ci propone con il suo quinto lungometraggio un vero e proprio thriller ad altissima densità emotiva.
Girato principalmente in ambienti chiusi, quasi claustrofobici, i personaggi del film non stanno mai fermi, con il corpo, la bocca e la mente, ed il loro crescente grado di agitazione si riflette anche sullo spettatore. La solida sceneggiatura (non una sbavatura, non un eccesso o una forzatura) costruisce un meccanismo che inizialmente fornisce molti dubbi e poche certezze. Con lo sviluppo della vicenda anche le poche certezze cominciano a cadere e non si riesce a simpatizzare per nessuno, né allo stesso tempo detestare qualcuno dei personaggi: semplicemente si prova una forte empatia verso tutti.
Ognuno ha le sue buone ragioni per mentire e compiere scelte ed azioni anche assurde, che fanno sprofondare tutti in un profondo baratro. A dir poco eccellenti gli interpreti e durante la pellicola mi continuavo a chiedere chi avessero premiato perché non riuscivo a ricordarmelo e soprattutto perché è impossibile capire che sia più bravo tra i tre protagonisti maschili e le tre femminili. Mistero risolto a fine film: hanno premiato tutto il cast perché non si poteva fare altrimenti! Personalmente l’attore Peyman Moaadi ed il suo ruolo di padre (e figlio) disperato mi è rimasto ancor più degli altri: ogni sua risposta alle domande della figlia, o del magistrato, o degli altri accusatori è una risposta che da anche a noi spettatori e prova continuamente a convincerci della sua innocenza.
Particolarmente interessante come Farhadi sia riuscito a parlare dell’attualità iraniana pur non accennando a niente in modo diretto. Sotto la lente di ingrandimento la burocrazia ed il sistema giudiziario, con i suoi difetti (che non sono quelli che ti aspetteresti), ma anche la religione e come influisce sulla vita delle persone e sulle loro scelte quotidiane: un vero e proprio film politico senza esserlo in modo esplicito.
Molto intelligente il finale, che riesce a tenerti incollato fino alla fine dei titoli di coda neanche fosse un cinecomic pronto a svelare una scena inedita. Una Separazione è un film da vedere ed è un film per tutti, per nulla pretenzioso e adatto anche a chi si crede allergico al cinema d’autore (non a caso in Francia ha staccato 2 milioni di biglietti).
Un serio candidato al premio Oscar 2012 per il Miglior Film straniero.
Voto: 8.5
Una Separazione sarà nelle sale italiane da domani, venerdì 21 ottobre. Per tutte le informazioni ed i materiali sulla pellicola, cliccate sul riquadro sottostante.