Tintin è migliore di ogni supereroe: ne è convinto Jamie Bell, che ha dato vita al personaggio di Hergé nel grande film d’animazione in 3D diretto da Steven Spielberg e prodotto da Peter Jackson. L’attore inglese lo ha interpretato in performance capture, cioè recitando in uno spazio vuoto e su sfondo neutro, “vestito solo con una strana tutina e un casco pieno di elettrodi”, volto a catturarne le espressioni facciali. Una tecnologia inizialmente straniante, ma secondo il protagonista di Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno, anche piena di opportunità e di stimoli.
“In realtà è solo un altro modo di registrare la performance dell’interprete. Ci sono molte similitudini con un film normale, sei in uno spazio fisico con altri attori e con il regista. Cambiano il set e le luci ma l’elemento chiave è sempre la recitazione. La tecnologia è guidata dall’attore, e alcuni si sono dimostrati particolarmente brillanti nell’utilizzarla”. L’elaborazione in computer grafica quindi non copre l’interprete, ma gli consente di accedere a un “altro livello dell’immersione nel ruolo e nel personaggio”. E il green screen non è altro se non: “Uno spazio creativo libero e liberatorio. In fondo è molto divertente, perché bisogna immaginare tutto, non c’è niente sul set con cui interagire. Sei tu che devi riempire i vuoti, elaborare le sensazioni anche più semplici, come il caldo o il freddo degli oggetti”.
C’è poi da dire che, ad aiutarlo nell’impresa, il protagonista ha avuto un mostro sacro come Spielberg. “A otto anni ho visto Jurassic Park e mi ha cambiato la vita” – ha confessato Bell – “per lungo tempo sono stato convinto che non fosse neppure umano, ma una specie di mago. Un po’ come Michael Jackson”. Ssecondo l’attore, anche lui come la pop star ha “la capacità di capire il proprio pubblico, oltre a quella di far rivivere in ciascuno di noi la nostalgia ddell’infanzia. Un sentimento per me molto importante”.
Accanto a Jamie c’erà poi Andi Serkis, coprotagonista del film nel ruolo del capitano Haddock: “Serkis è un artista incredibile. Non è solo un ottimo attore nei film live action, sa anche cantare, suonare e ballare”, ha dichiarato Bell, convinto che questi grandi talenti siano anche la chiave della sua bravura con la motion capture. “Serkis ne è il portabandiera, non solo per essere stato Gollum ma per la capacità di rendere umana la tecnologia. Quando lo guardi sullo schermo non vedi il computer, non vedi il rendering, ma l’anima di un grande artista”.
In più c’era Tintin, di cui Bell ha dimostrato di essere un vero fan e un profondo conoscitore: “Sono cresciuto in una piccola città inglese, dove non è che ci fossero molti mezzi di evasione. Hergé mi ha fatto conoscere il mondo”. Le sue storie sono ambientate in scenari esotici e perfino sulla luna, ma soprattutto “hanno sempre un impeto morale, denunciano la corruzione dei politici e non sono mai ripetitive come un gatto che corre dietro a un topo”. Il vero segreto di Tintin, però, a detta di Bell è “il mistero che avvolge il personaggio: in realtà non sappiamo nulla di lui, perché ha solo un cane come amico, perché fa il giornalista put non scrivendo mai una riga, perché non ha una ragazza… E questo ci permette di inventare un po’ del personaggio e metterci una parte di noi”. Ed è anche il motivo per cui Bell lo preferisce a Spiderman, ruolo a cui tra l’altro era candidato, e perfino al suo personaggio preferito dei comics americani, cioè Batman.
Nelle mani di Spielberg, aggiunge infine Bell, Tintin si è trasformato in un eroe che “non ha nulla da invidiare a Indiana Jones. Nonostante fosse il primo film in animazione di Spielberg, lo ha reso un grande action che probabilmente resterà nella storia”. Un’ottima introduzione per un sequel, che secondo i rumors dovrebbe essere diretto da Peter Jackson e prodotto da Spielberg, in una curiosa inversione di ruoli. Ma Bell placa per ora le attese: “Non è stato ancora deciso se ci sarà un altro Tintin. Dipende tutto dal pubblico”.
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