Uscirà in sala tra un paio di giorni, in 50 copie, l’ultimo documentario targato Disney Nature, per poi passare al circuito televisivo: una storia d’amore che vede protagonisti i legami di sangue, la lotta per la sopravvivenza e soprattutto l’affetto di tre famiglie di felini africani, i cui proventi sono stati parzialmente devoluti negli Stati Uniti all’African Wildlife Foundation per preservare il futuro degli animali della savana.
Narrato nell’originale da Samuel L. Jackson, il film ha, nella versione italiana, una madrina d’eccezione: Claudia Cardinale, proprio lei, definita “la più bella invenzione del nostro paese dopo gli spaghetti”, la cui voce tanto particolare è stata spesso bistrattata in favore di un “più consono” doppiaggio. Noi di ScreenWeek l’abbiamo intervistata per voi e, seppur telefonico (causa i numerosi impegni dell’attrice), l’incontro non ha potuto fare a meno di caricarsi di ricordi e suggestioni cinematografiche…
Come tutti i documentari Disney, anche questo, pur attenendosi alla realtà, ha un’impronta fortemente emozionale, che ci porta ad entrare in empatia con i protagonisti nonostante si tratti di un mondo selvaggio, apparentemente molto distante dal nostro. Lei cosa ha provato guardandolo?
Sono nata in Africa, perciò adoro la natura e gli animali. Trovo sia magnifico vedere come queste madri difendono i propri cuccioli e si sacrificano per loro, proprio come le mamme umane. Inoltre, ho trovato gli animali talmente incredibili da sembrare veri attori, con tutte quelle espressioni… e mi domando ancora come siano riusciti ad effettuare delle riprese del genere. Tra l’altro, da giovane sognavo di diventare esploratrice: avevo anche organizzato un viaggio con le mie compagne per andare alla scoperta della natura africana, ma ho iniziato a recitare ed è saltato tutto!
In America il film è uscito durante l’Earth Day e parte dei ricavati è stato devoluto alla preservazione della savana africana. Qual è il suo rapporto col mondo animale?
Lo amo, quando vivevo a Roma avevo molti animali, ma ora sono sempre in viaggio e purtroppo non posso tenerne. Durante la mia carriera ho avuto molte esperienze con loro: ricordo quando siamo andati al Festival di Cannes per presentare Il Gattopardo e c’era un ghepardo vero, io mi sono abbassata per accarezzarlo come fosse un gattino e subito mi hanno ripresa! Poi, durante la lavorazione di Il circo e la sua grande avventura sono entrata nella gabbia dei leoni e anche in Fitzcarraldo il rapporto con la natura selvaggia è stato costante. Una volta ho anche posato con un ghepardo per beneficienza e lui mi ha baciato! Credo che la foto abbia fruttato molto…
Visto che siamo in vena di ricordi, può dirci come ricorda personalità del calibro di Mario Monicelli e Peter Sellers?
Ho un ricordo personale e professionale straordinario di Monicelli, mi ha molto aiutata anche se all’inizio non parlavo assolutamente italiano. Anche di Sellers ho un ricordo positivo, ma era un uomo molto solitario, contrariamente a come appariva sul set.
Cosa può dirci, invece, dell’esperienza del doppiaggio? Come ha accolto la proposta?
Credo mi abbiano scelto per le mie origini e perché sono ambasciatrice UNESCO. Agli inizi della mia carriera, al contrario, venivo doppiata spesso, per via delle difficoltà con la lingua: il primo ad avermi dato la mia voce è stato Fellini in 8½. In più ho la voce bassa, da uomo! A volte la cosa diventa comica: accade infatti che mi chiamino e dicano: buongiorno signore, mi passa la signora Cardinale?
Il documentario anticipa in un certo senso l’uscita in 3D de Il Re Leone, uno dei classici Disney più amati. C’è un film Disney che preferisce?
È difficile sceglierne uno, ce ne sono talmente tanti! Posso dire però che ho amato moltissimo questo, è pieno di immagini che mi hanno colpito, inoltre mi piacciono i documentari sugli animali.
Sono arrivata nel momento magico del cinema italiano, e, di conseguenza, amo il cinema che fa sognare.
Cosa pensa dello stato attuale del cinema italiano? E di quello francese?
Io sono italiana, ma devo ammettere che a Parigi c’è molta più attenzione verso la cultura. Per quanto riguarda i prodotti italiani, purtroppo se ne vedono pochi e la cosa mi addolora: un tempo le occasioni erano di più, per via del maggior numero di coproduzioni.
Possiamo chiederle a cosa sta lavorando attualmente?
Sto per andare a New York, dove ritireremo un premio per Signora Enrica, un film turco. Pensate che il copione è stato tradotto e tutti gli attori hanno dovuto parlare italiano! Mi sono trovata molto bene con loro, e la Turchia è un paese splendido. Presto girerò un film nel sud Italia ma non posso anticipare niente, se non che la produzione è inglese e si tratta di un progetto interessante. Le riprese non dovrebbero iniziare prima dell’autunno.
Vi ricordiamo che African Cats – Il regno del coraggio arriverà in sala il 22 luglio. Per tutte le info sul film vi rimandiamo alla scheda nel nostro database.