Green Hornet 3D, la recensione in anteprima

Pubblicato il 26 gennaio 2011 di Gabriele Niola

The Green Hornet Poster Italia 01Regia: Michel Gondry
Cast: Seth Rogen, Jay Chou, Cameron Diaz, Edward James Olmos, Tom Wilkinson, Christoph Waltz, Edward Walter Furlong, Emily Hahn, Chad Coleman, Jamie Harris
Durata: 120 minuti
Anno: 2011

La prima cosa che salta all’occhio dopo 10 minuti di Green Hornet 3D (oltre al fatto che si tratta di un 3D postprodotto e poco stupefacente) è che il film poggia tanto sulle spalle di Michel Gondry (che di ogni pellicola che gira fa un film su se stesso) quanto su quello di Seth Rogen, che in questo caso è attore, sceneggiatore e produttore. A fianco alla messa in scena creativa, all’infantilismo sempre presente e ad una certa idea di piccolo sentimentalismo mascherato, c’è infatti quel mondo della commedia adolescenziale di cui Rogen è stato il volto per quasi dieci anni.

Green Hornet è tanto un buddy movie quanto un college movie, tanto un film di supereroi quanto una commedia demenziale. Si fa fatica ad identificarlo in un genere per come spesso la storia devii, prende pause e si concede scarti dal percorso usuale dell’action movie finendo per assomigliare ad un film comico. Ancor più spesso poi le interazioni tra i protagonisti sembrano condizionate più dall’esigenza di dar vita ad una gag che altro (il culmine è nella clamorosa ed inutile rissa casalinga).
Nella sua stranezza Green Hornet 3D ha però il merito di essere rapido, inventivo e molto molto divertente di una comicità che non è certo solo verbale. Ne è esempio perfetto il personaggio di Christoph Waltz che come Hans Landa è capace di far ridere con un’espressione facciale.

Con un certo gusto per la messa in discussione della classica dinamica eroe/spalla (qui è Kato a saper fare tutto ed essere determinante, il protagonista è quasi un peso) e per la consapevolezza dei personaggi di essere tali, questo film di Michel Gondry come già Be Kind Rewind mette in scena il piacere di mettere in scena, il piacere dei personaggi di essere protagonisti di una grande storia che somiglia ai film che si vedono al cinema. Tutto filmato con uno stile sempre più invisibile (le “sequenze Gondry” stavolta sono solo due) e con un’attenzione ai personaggi devastanti e ignobili (Seth Rogen non è lontano dal Jack Black di Be Kind Rewind).
Non è certo l’apice della carriera dello straordinario regista francese ma probabilmente il film di supereroi più interessante dell’anno. E non è poco.

Amato e odiato in pari misura, spiazzante e inaspettato, il nuovo film di Michel Gondry è una bufala o un capolavoro? Qui le altre critiche

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