Jackass 3D, la recensione in anteprima

Pubblicato il 19 novembre 2010 di Gabriele Niola

Jackass 3D Poster Italia 01Regia: Jeff Tremaine
Cast: Johnny Knoxville, Brandon (Bam) Cole Margera, Steve-O Glover, Preston Lacy, Chris Pontius, Angie Simms, Ryan Dunn, Tony Hawk
Durata: 94 minuti
Anno: 2010

E’ da almeno dieci anni che gli stunt di Jackass costituiscono il trionfo del “don’t try this at home”, lo sfogo ultimo per interposta persona di tutti i sogni infantili tarpati dalle madri. Essere ragazzini con la massima professionalità e la demenza umoristica tipica dei più cresciuti, è la grande caratteristica di Jackass, perchè non c’è solo il dolore esposto ma soprattutto il dolore funzionale ad una gag. Fin qui però era la produzione televisiva, al cinema invece le medesime idee trovano sbocchi diversi.

Il grande schermo esalta i corpi e di converso la “prestazione”, cioè solo il corpo che fa realmente quello che si vede ha davvero senso e valore estetico. Il ballo fatto da veri ballerini ripresi a figura intera, le arti marziali da parte di veri maestri e via dicendo. Ecco Jackass 3D, fin dal suo tipico inizio al rallentatore, dichiara quello che farà, dolore reale su corpi veri. Il ralenti esalta la realtà dei colpi e aumenta l’effetto comico. Ma è solo l’antipasto delle molte solite assurdità di un film che non ha grandi valori cinematografici ma che fa quello che il cinema dovrebbe sempre fare.

I corpi privi di qualsiasi fascino o attrattiva degli eroi di Jackass (ciccioni, nani, mingherlini o infine semplicemente brutti) sono protagonisti di un furore anarchico, di una distruzione personale e ambientale che non ha nessun senso esplicito. E’ l’umorismo slapstick alle sue estreme conseguenze, la ribellione contro qualsiasi forma di ordine o rigore, senza una trama o una giustificazione che non sia il semplice poterlo fare.
Al cinema poi Jackass 3D (molto poco 3D a dire il vero) dimostra come la sala sia ancora al centro dell’immaginario, anche quando importa un format con tempi e modi puramente televisivi. Infatti sul piccolo schermo Jackass “mangiava” e distruggeva la moda imperante degli home movies su “incidenti domestici” grazie a demenzialità e autolesionismo (come e più di quanto facesse Takeshi Kitano con Takeshi’s Castle), sul grande schermo invece il prodotto trova un’ultima legittimazione e un nuovo senso nobilitante.

Perchè gli idioti di Jackass funzionano tanto? Cosa ci attrae delle loro dolorosissime idee? Qui le altre critiche

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