Cast: Jean Reno, Kad Merad, Marina Foïs, Jean-Pierre Darroussin
Durata: 1h 55m
Anno: 2010
L’ex padrino Charly Matteï (Jean Reno) viene crivellato di colpi in un parcheggio sotterraneo di Marsiglia nonostante avesse scelto di abbandonare la malavita qualche anno prima per godersi una serena vecchiaia con la seconda moglie e il loro bambino.
Sopravvissuto miracolosamente ai ventidue proiettili, Matteï non solo si guadagna il soprannome de “L’Immortale” ma inizia una lotta contro il tempo per capire chi è la mente dietro l’agguato e per cercare di proteggere la sua famiglia ad ogni costo. Il suo precorso si intreccia con quello della detective Marie Goldman (Marina Foïs) che indaga sul caso e lo aiuta negli eventi che portano inevitabilmente ad un classico scontro finale.
Richard Berry, attore di lunga esperienza amatissimo in Francia, per il suo quarto lungometraggio ha adattato per il grande schermo l’omonimo romanzo di Franz-Oliver Giesbert, storia di finzione però basata su fatti realmente accaduti nella violenta città francese (“L’Immortale” esiste realmente ed è tale Jacky Imbert). Berry ha scritto e cucito il ruolo su misura per Jean Reno, perfetto e struggente nel ruolo del padrino in pensione anticipata, anche se tra l’ottimo cast emerge l’interpretazione di Kad Merad, attore di commedie (Giù al Nord) questa volta prestato al dramma. La sua interpretazione del nevrotico malavitoso Tony Zacchia, amico “fin dopo la morte” di Matteï, è sicuramente la più convincente e il suo personaggio rispecchia perfettamente le molteplici facce di un violento e avido esponente della malavita che tenta di piacere a tutti, ma che in realtà si comporta da primadonna (non a caso viene soprannominato La Madrina) ed è ossessionato dalla sua salute.
Nonostante la sparatoria iniziale da brivido sulle note della Tosca e gli ottimi flashback sul giovane Matteï, quello che si pensava fosse un film sulla redenzione e sulla sua effettiva possibilità (“Il sangue versato non si asciuga mai” viene ripetuto più volte) si trasforma in un normalissimo reveange-movie, in cui il cattivo fa fuori quelli ancora più cattivi di lui senza purtroppo mai sorprendere effettivamente lo spettatore.
L’adorata famiglia rimane troppo sul contorno per emozionarci realmente e viene costantemente spazzata via da interminabili scene d’azione in cui Berry dimostra sicuramente di essere a suo agio, rischiando tuttavia di diventare il “Micheal Bay” francese visti i frenetici cambi di inquadratura ogni 2 secondi netti tipici del poco delicato cineasta americano.
Dispiace inoltre di come Marsiglia sia stata poco sfruttata come reale personaggio della pellicola (a differenza ad esempio di come è stata utilizzata Boston nel recente The Town), e malgrado un paio di convincenti dialoghi sulla città e sulla sua storia finisce solo a fare da sfondo a infinite sparatorie che non fanno altro che confermare la sua terribile fama.
Nonostante la delusione per un potenziale ottimo sulla carta (visti i temi trattati) ma così poco sfruttato ed ampliato, L’Immortale è un thriller che diverte e che appassiona grazie al ritmo frenetico e ad una dose di realismo visivo della violenza decisamente al di sopra della norma e che ricorda e turba quasi come in The Departed di Scorsese.
Le quasi due ore di proiezione passano senza annoiare, anche se alla fine rimane il dubbio se effettivamente il sangue si sia asciugato o meno e la redenzione di Matteï possa ritenersi completata. Sembra invece, in maniera più semplicistica, che il sangue chiami sempre altro sangue e l’antica legge del taglione non è mai stata così attuale come nella Marsiglia dei giorni nostri.
Voto: 6.5
L’Immortale uscirà nelle sale italiane il prossimo 5 novembre. Per tutte le news, la photogallery e altro visitate la pagina dedicata al film nel nostro database.