Lei è troppo per me, la recensione in anteprima

Pubblicato il 15 giugno 2010 di Gabriele Niola

Lei è Troppo per Me Poster ItaliaRegia: Jim Field Smith
Cast: Krysten Ritter, Jay Baruchel, Lindsay Sloane, Jasika Nicole, Alice Eve, T.J. Miller, Nate Torrence, Debra Jo Rupp, Adam LeFevre, Geoff Stults, Mike Vogel
Durata: 104 minuti
Anno: 2010

Il film fin dall’inizio doveva essere tutto adagiato intorno a Jay Baruchel, poco più di un pretesto di trama (donna stupenda decide di stare con ragazzo sfigato dal cuore d’oro) da allargare, variare e declinare in diversi ambienti e situazioni con relative figuracce o trionfi (due su tutti: l’incontro con i genitori di lei e l’incontro con la famiglia di lui, da una parte il tonfo umiliante (ed esilarante) dall’altra il trionfo indiretto (ed esilarante)).

Film facile da portare a termine anche facendo il minimo indispensabile e questo succede. I pregi sono un gran senso del ritmo che, come doveva, rivela più Jay Baruchel che altro, attaccato com’è ad una parte per la quale sembra nato e progettato. L’attore è capace di agitarsi a sufficienza per rendere il suo personaggio migliore della media dei personaggi sul genere, riuscendo ad emergere in quella che poteva essere un’opera da visione satellitare pomeridiana o da download illegale e che invece forse regge anche un visione cinematografica.

L’esperienza delle commedie simili arrivateci negli anni ’80 (e con qualche fatica anche negli anni ’90) ci ha insegnato che con questa materia, cioè con una trama che mette in ballo una situazione ventilata nei sogni di molti ipotetici spettatori, si può fare ben di più, si possono esplorare pulsioni e desideri, rivelare incoerenze e suggerire altre letture.

Jim Field Smith non fa nulla di tutto questo, nè ha la curiosità nerd di approfondire tutte le possibile situazioni, tutte le dinamiche nel loro profondo, nei dettagli. La problematica o la situazione paradossale non è declinata come si poteva fare (insistendo sui dettagli) ma affrontata per dare immediata soddisfazione a quello che già sappiamo di voler vedere (l’ex buzzicona che ha mollato lo sfigato, e per la quale lui ancora muore, che lo vede ora con una donna stupenda, o la medesima reazione da parte dei familiari/amici che l’hanno sempre preso in giro).
Una scena in aereo verso la fine salva tutto.

Commedia propedeutica ad un attore o classica “rivincita dei nerd”, dei finti perdenti, all’americana? Qui le altre critiche

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