Quando mi hanno annunciato che il primo aprile avrei avuto la possibilità di visitare la Pixar e vedere in anteprima Toy Story 3 ho subito pensato, ovviamente, ad un pesce d’aprile. Per la prima volta dopo tanti anni non avremmo pubblicato scherzi in quel giorno, ma ne sarei stato vittima. Poi col passare dei giorni e l’arrivo di informazioni sul volo, sulla prenotazione dell’albergo e via dicendo ho dovuto abbandonare l’incredulità: era tutto vero.
Non ci sono parole per descrivere l’emozione che ho provato, prima, durante e dopo la visita all’azienda che rappresenta nel cinema quello che la Apple rappresenta per la tecnologia, un mix irripetibile di passione, visione, innovazione, poesia che ha in Steve Jobs un comune denominatore altrettanto unico e irripetibile.
Il primo film Pixar, Toy Story, è arrivato sui nostri schermi nel 1996, l’anno in cui mi sono laureato, ho fatto il militare e ho intrapreso la mia prima avventura su internet. Davanti a quel primo film, firmato da John Lasseter, non ero certo più un bambino ma proprio per questo l’emozione, la meraviglia e l’ammirazione era moltiplicati dalla consapevolezza che quel capolavoro dell’animazione vedeva la luce non (solo) grazie ad abili disegnatori ed animatori, ma si trattava di immagini che prendevano vita perché generate dai computer.
Insomma il film della Pixar, di cui avevo già visto qualche cortometraggio e che conoscevo per aver seguito le vicende legate a Steve Jobs e a NeXT, che già era un sogno per qualsiasi geek appassionato di informatica e animazione, rappresentava l’apoteosi per me che, in tutto questo, vivevo di cinema fin da bambino.
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Le immagini che accompagnano questo post sono nel mio album di Flickr, dove per ora ho caricato solo foto generiche perché quelle relative alle interviste e agli incontri che abbiamo fatto non possiamo ancora pubblicarle. Questo è il mio primo post dedicato al mio giorno alla Pixar, troverete gli altri seguendo l’apposito tag ungiornoallapixar su Delicious.