The City of Your Final Destination, la recensione da Roma

Pubblicato il 16 ottobre 2009 di Marco Triolo

James Ivory è stata l’altra piacevole sorpresa della mattinata a Roma, dopo Hachiko di Lasse Hallstrom (di cui parliamo qui). Una storia sospesa tra la giungla e l’irriducibile britannicità di regista e interpreti (Anthony Hopkins e Laura Linney, su tutti). The City of Your Final Destination è la storia del poco carismatico professor Omar Razaghi (Omar Metwally), che vorrebbe scrivere la biografia del romanziere Jules Gund, autore di un unico romanzo, “La gondola”. Peccato che la famiglia dello scrittore – la vedova Caroline (Laura Linney), l’amante Arden (Charlotte Gainsbourg) e il fratello Adam (Anthony Hopkins) – amministratori della proprietà intellettuale del defunto, non vogliano garantirgli l’autorizzazione di cui ha bisogno. Così, un po’ perché questa è l’unica sua grande occasione di sfondare, un po’ per sfuggire all’ingombrante fidanzata Deirdre (Alexandra Maria Lara), Omar si decide a viaggiare dal Kansas all’Uruguay, dove la famiglia Gund vive reclusa in una bolla in mezzo al nulla della giungla, per convincerli a cambiare idea.

La storia prende dunque una piega che Omar non aveva previsto: lì non troverà tanto il permesso che aveva cercato, quanto un menage famigliare ancora più interessante, forse più degno di essere immortalato in una biografia, e anche la sua vera destinazione. E proprio di questo parla, con grande eleganza e maestria, il film di Ivory: la ricerca del proprio vero scopo nella vita, o più precisamente il domandarsi se la vita che si sta vivendo è davvero ciò che si vuole, o se c’è dell’altro ad attenderci al di fuori della nostra “zona sicura”, del nostro nascondiglio. La tenuta dei Gund è una perfetta metafora dell’animo umano, che tende spesso a isolarsi e a convincersi che non ci siano altre possibilità alternative di condurre la propria esistenza. Questo dramma interiore è espresso in due momenti del film proprio da Caroline, il personaggio di Laura Linney, che chiede a Omar se sia felice con la sua donna e il suo lavoro di insegnante. Sarà proprio Caroline a riuscire nell’impresa di abbandonare la sua “isola”. Ma anche Omar troverà una ragione per abbandonare tutto e tornare nella giungla dell’Uruguay. Morale della favola: non si può mai sapere dove il destino ci porterà, ma è certo che capiremo da soli quando avremo raggiunto “la città della nostra destinazione finale”.

Tag: