2012, il resoconto della visione dei primi 50 minuti di film

Pubblicato il 10 ottobre 2009 di Gabriele Niola

2012 John Cusack Woody Harrelson Amanda Peet Danny Glover 04La preview di un film solitamente è un piccolo sguardo ad alcune scene dato mesi prima dell’uscita ufficiale, una cosa intorno ai 20 minuti. Alle volte addirittura le scene non sono totalmente completate e per esempio capita che gli effetti speciali manchino in qualche inquadratura.
Al riaccendersi delle luci dopo la preview di 2012 di Roland Emmerich mi sono chiesto se si fosse trattato di un po’ di più di 20 minuti e ho scoperto che erano stati circa 50. La buona notizia è che di sicuro il film, almeno per la prima parte (cioè quella che è stata proiettata), scorre benissimo.

Il merito sembra essere della trama e dei personaggi, talmente in linea con quanto fatto fino ad ora da Emmerich da poter essere trattati in rapidità senza che si perda qualcosa (anche perchè non è che ci sia così tanto da dire). In altre parole Roland si trova a casa sua, nel suo terreno di gioco: il film catastrofico e l’abilità acquisita negli anni gli hanno consentito di girare i primi 30 minuti senza nemmeno un disastro dicendo più di quanto saprebbe fare un altro al suo livello. Quando però il disastro avviene cambia tutte le carte in tavola.

Se avete visto dei trailer già lo sapete, in 2012 la Terra subisce un sconvolgimento pazzesco, le placche terrestri si muovono e si scontrano le une con le altre e il risultato è che la terra si apre in due e si rivolta come un panino. Intere città vengono letteralmente accartocciate.
Quando comincia il disastro il nostro protagonista, John Cusack, dopo aver subito un processo di presentazione tipico da film di Emmerich (divorziato, con aspirazioni intellettuali ma un po’ fallito, cerca di recuperare la figura di padre con i due figli adolescenti che invece idolatrano il nuovo marito della moglie che è un chirurgo di successo, un tipo completamente diverso da lui), diventa l’eroe. Solo lui ha capito che cosa sta per succedere (grazie ad uno schizzatissimo Woody Harrelson) e va a prendere la sua famiglia proprio quando inizia l’accartocciamento.

Prima in macchina poi in un piccolo aereo, la fuga dal disastro dura circa 25 minuti e si tratta di un momento di cinema esaltante. Dopo tante prove fatte nei film passati Emmerich arriva adesso alla distruzione totale, intrattenimento puro e cinematografico da godere sul grande schermo. Questa volta non ci sono effetti digitali parziali e controfigure ma è tutto finto così da sembrare tutto vero. Parlo di una sequenza tra macchine che volano, palazzi interi che crollano, strade che si aprono e si alzano davvero da mozzare il fiato.
Certo poi c’è tutto il resto del film, che non è stato proiettato. Dopo il primo sconvoglimento i sopravvissuti si organizzano e pare che il governo, che già era al corrente di tutto, abbia preparato delle “arche” per poterne salvare solo alcuni. Scelti ovviamente per ricooscimenti, censo e raccomandazione. Ah! Il presidente degli Stati Uniti è nero. Ma la cosa non fa più impressione come una volta.

Non si tratta chiaramente della fine della pare d’azione ma comincia il momento del film catastrofico in cui la catastrofe è partita e, in uno scenario dove le decisioni vanno prese al volo, uomini normali diventano persone eccezzionali poichè con ogni decisione possono determinare la vita o la morte dei propri cari. Insomma un film di Emmerich, il quale ha dichiarato che questo sarà il suo ultimo catastrofico, anche perchè più in là di così non poteva andare se non annullando l’universo.

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