Nemico Pubblico N.1 – L’Ora Della Fuga, la recensione in anteprima

Nemico Pubblico N.1 – L’Ora Della Fuga, la recensione in anteprima

Di Gabriele Niola

Nemico pubblico n 1 L'ora della fuga Poster ItaliaRegia: Jean-François Richet
Cast: Vincent Crochon Cassel, Michel Duchaussoy, Myriam Boyer, Ludivine Sagnier, Mathieu Amalric, Samuel Le Bihan
Durata: 130 minuti
Anno: 2009

Il secondo episodio di Nemico Pubblico numero 1 chiarisce come non siamo di fronte tanto ad una storia in due parti ma a due film diversi. Si direbbe quasi che non è la stessa troupe ad averli realizzati, mentre invece rispondono solamente a due logiche differenti.

Questo L’Ora Della Fuga, come già indica il sottotitolo, è un vero film d’azione, molto meno interessato alla ricostruzione storica e alla complessità del personaggio (che anzi è molto più “finzionale”) ma più centrato sul suo dinamismo e le sue iperboliche imprese (tutte stupefacenti e realmente accadute). E la cosa non nuoce per nulla al film anzi.
Richet decide di non spiegare molto, alcune domande infatti rimangono senza risposta anche dopo la fine del film (perchè l’avvocato lo aiuta? Perchè è trattato bene in prigione?) e gioca di più con il rapporto molto consapevole che Mesrine aveva con i media, affrontando in sostanza un solo aspetto del suo carattere a margine di un’azione quantitativamente e qualitativamente massiccia.

Ossessionato dalla propria immagine e da ciò che l’opnione pubblica pensa di lui, Mesrine vuole anche passare per attivista politico, ammantando a posteriori i propri crimini di velleità rivoluzionarie inconsistenti e scrive un libro (appunto L’Istinto di Morte) dove si autocelebra.
Eppure nonostante il regista non esiti a sottolineare la velleitarietà di tali rivendicazioni alla fine si percepisce come desideri contribuire a creare il mito di Mesrine. Lo fa con il sottofondo musicale durante i suoi monologhi (quelli registrati su cassetta, che sono quindi testimonianze effettive e reali), gestendo l’empatia dello spettatore e cercando la poeticità nel rifiuto metodico di poesia (cioè nella rozzezza di un personaggio che poi agli altri terroristi politici chiede: “L’avete letto il mio libro?”).

Ma fa tutto davvero bene Richet e alla fine L’Ora Della Fuga è un film tirato, potente e veramente arguto (notare come utilizzi i rumori realistici degli spari con effetto straniante) che si lascia alle spalle i piccoli indizi di prodotto per la televisione ravvisati nel primo film per approdare ad una dimensione assolutamente cinematografica, tanto da essere visibile anche senza aver visto il precedente L’Istinto di Morte.
Il Mesrine di Cassel è grosso, potente e incute timore nei poliziotti come nello spettatore. Fascinoso pur nella sua inconsistenza psicologica è un vero personaggio da cinema! Posizionato di traverso rispetto al sistema (anche a quello criminale), iperbolico, iperattivo, esagerato e carismatico.

Meglio questo o meglio il precedente? Meglio l’approfondimento serio storico o la versione romanzata e bigger than life? Qui i pareri della rete

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