Regia: Jonas Åkerlund
Cast: Dennis Quaid, Ziyi Zhang, Eric Balfour, Peter Stormare, Patrick Fugit, Lou Taylor Pucci, Clifton Collins Jr., Chelcie Ross
Durata: 110 minuti
Anno: 2009
E va bene che il cinema è finzione ma c’è un limite a tutto! Perchè finzione vuol dire anche fantasia ma non implausibilità, vuol dire costruire una storia coerente dall’inizio alla fine partendo magari da presupposti fantastici o anche improbabili. Però coerente.
Anche Hitchcock si lamentava di quanti vedendo i suoi film obiettassero che non erano realistici, si lamentava del fatto che molti chiedessero “ma perchè non è andato a chiamare la polizia??” e stizzito il grande regista rispondeva che non era quello il punto, che un film non è la perfetta replica della realtà.
Ma senza scomodare i grandi qui si è esagerato perchè le poca plausibilità di The Horsemen spazia da un intreccio con mille buchi a personaggi dalle motivazioni insondabili e incoerenti fino ad una struttura di fondo assolutamente inconcludente tutta avvolta attorno alle dinamiche da Seven, e quindi di provato successo.
C’è un serial killer misterioso che uccide in maniera bizzarra, c’è un detective con una situazione familiare non facile, un’ispirazione religiosa e un continuo cercare di prevenire questi efferati omicidi. Se già lo spettatore sonnecchia durante il dispiegarsi della trama è nel rapido finale e nello svelamento finale dell’identità dell’assassino (punto nodale per un film di questo tipo) che veramente l’istinto di alzarsi e andarsene si va invincibile.
Se anche questo non dovesse bastare a torcere anche gli stomaci più resistenti l’inquadratura finale sul volto di Dennis Quaid più inespressivo che mai è il colpo di grazia, ma a quel punto per fortuna il film è già finito.
Se hai l’ardire di poter argomentare che questo è un film valido o se conosci qualcuno che ne ha scritto bene e vuoi segnalarlo, lo puoi fare qui.