Ex, la recensione

Ex, la recensione

Di Gabriele Niola

Ex Poster ItaliaRegia: Fausto Brizzi
Cast: Alessandro Gassman, Claudia Gerini, Silvio Orlando, Cristiana Capotondi, Flavio Insinna, Nancy Brilli, Elena Sofia Ricci, Gianmarco Tognazzi, Enrico Montesano, Vincenzo Salemme, Claudio Bisio, Fabio De Luigi
Durata: 120 minuti
Anno: 2009

Brizzi & Martani (con l’aggiunta stavolta di Massimiliano Bruno) dopo il giovanilismo militante sembrano essere tornati dalle parti dei cinepanettoni, che è poi la cosa che più li ha formati (lavorativamente parlando) nel mondo del cinema.
Dopo gli exploit più personali con i due Notte Prima Degli Esami e l’esperimento (fallito ma meritevole un tentativo) di Cemento Armato ora Ex è la corretta trasposizione sanvalentinica dell’evento natalizio. Un film da consumare al volo che presenti esattamente ciò che gli spettatori si attendono e vogliono consumare. Niente di più, niente di meno.

Anche gli attori sono per certi versi quelli degli ultimi cinepanettoni (con Fabio De Luigi e Claudio Bisio in prima linea ma anche piccoli cammeo di gente come Enzo Salvi) e l’aria che si respira, quella delle gag una in fila all’altra grazie ad un filo di trama, sembra provenire proprio da quell’idea di consumo cinematografico, quello per intenderci che secondo dati, statistiche e valutazioni sugli incassi non dovrebbe appartenere al pubblico delle sale (anche al più becero) ma a quello eccezionale di Natale.
Se davvero Ex riuscirà a portare al cinema ancora una volta il pubblico che solitamente non ci va (e Brizzi già l’ha fatto in passato) anche senza parlare necessariamente di giovanilismo sarà una conquista commerciale.

Per il resto altro non ho visto. Tutto sembra incentrato sul mostrare storie diverse ma unite dal fatto che in un modo o nell’altro i personaggi si conoscono, anche solo in maniera labile. Con coincidenze almodovariche (o anche arriaghiche) i personaggi si incontrano e incrociano di continuo. Ma da tutto questo, da tutto questo voler dipingere un piccolo mondo contaminato, non emerge senso. E’ una trovata di messa in scena solo a parole.

In omaggio a san Valentino l’amore trionferà con una stucchevole insistenza e inesorabile buonismo, fingendo di mettere in scena la malignità piccolo borghese solo per salvarla senza esitazione o dubbio alla fine vantandosi spudoratamente in certi punti del suo non inventare nulla. Nel 2009 un prete italiano moderno e “fico” che parla al crocefisso conconfidenza? Le canzoni usate come piccoli inserti romantici? Ma non c’è stato Magnolia? Non si era detto che dopo quel momento di canto corale non si sarebbe potuti tornare indietro??

Si, lo so che in giro c’è chi ne parla bene. Capita anche questo. E se state cercando una di quelle recensioni o se volete segnalarla potete fare tutto qui.

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